I 20 migliori dischi black metal del 2017

La nera fiamma del black metal, accesa ormai oltre trent’anni fa, continua a bruciare!

Anche nel 2017 non sono pochi i dischi di genere meritevoli di menzione: mentre alcune vecchie glorie vivono sugli allori e celebrano ormai incessantemente il glorioso passato (vedi l’infinito tour con tutto “De Mysteriis Dom Sathanas” dei Mayhem), nuove realtà si affacciano all’orizzonte e si consolidano garantendo un futuro a questo genere musicale.

Sono ormai anni che il black metal non è più un affare prevalentemente scandinavo. Oggi abbiamo “scene nazionali“ (U.S.A., Polonia, Francia, Islanda solo per fare degli esempi) che stanno portando nuova linfa al genere e soprattutto nuove chiavi di lettura che vanno via distanziandosi dall’ormai scontato schema caproni e croci rovesciate.  Non va tralasciato un po’ di sano e meritato campanilismo per alcune uscite molto interessanti provenienti anche dal nostro paese.

La carrellata di dischi sotto riportati mette in luce una realtà piuttosto variopinta per temi trattati e approccio musicale da quello più raw e true, a quello più cervellotico fino alle temutissime contaminazioni.

Andiamo allora a vedere cosa rimane e forse rimarrà di questo 2017.

 

1 . Wolves in the Throne Room  – Thrice Woven (Artemisia)

Dopo più di dieci anni di carriera i lupi dello stato di Washington continuano a sfornare monumenti sonori alla natura. Dopo il coraggioso esperimento (azzeccatissimo per chi scrive) di “Celestite”, i WITTR tornano con un disco che si riallaccia alla precedente discografia, molto riuscito soprattutto nelle parti atmosferiche/acustiche/ambent più che in quelle tirate per la verità e a cui manca forse la canzone da tramandare ai posteri, ma questo lasciamo che sia il tempo a stabilirlo. Ospiti a “sorpresa” Steve von Till dei Neurosis e Anna Von Hausswolff tanto per chiarire il concetto di black metal che hanno i nostri. Rimane il fatto che, ad oggi, un disco dei Wolves in the Throne Room è un evento da celebrare e un passo avanti per questo genere.

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2 . Enisum – Seasons of Desolation (Avantgarde Music)

 

Quinto disco per i piemontesi ed arriva il capolavoro. Se amate il Cascadian black metal di cui sopra (qui rivisto sotto forma di Arpitanian black metal) apprezzerete molto questo lavoro che nasce tra le Alpi piemontesi, o meglio in Arpitania, una regione tra il territorio francese e italiano a cui la band è visceralmente legata. Ambient e black metal si fondono in un magnifico connubio. Splendida la voce femminile che arricchisce l’opera.  Un’ora di viaggio mistico in mezzo alla furia e alla bellezza della natura. Ennesimo centro per la Avantgarde.

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3 . Wiegedood – De dodenhebben het goed II (ConSouling)

Sorpresa dell’anno sia su disco che in dimensione live. Il secondo lavoro di questi fiamminghi lascia senza fiato per dinamicità delle ritmiche, efficacia dei riff e voce letteralmente lancinante. Black metal claustrofobico e oppressivo con qualche pausa che serve solo ad alimentare la tensione di fondo. Messi sotto contratto da un colosso come Century Media vedremo se sapranno mantenersi a questi livelli.

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4 .  Aosoth – V: The Inside Scriptures (Agonia)

Gli Aosoth consolidano la loro posizione nel gotha del black metal attuale, guadagnando ulteriore dinamismo grazie ad un vero batterista che sostituisce la drum machine dei lavori precedenti.  Come altre realtà francesi, la band è avvolta nel mistero relativo a line up e addirittura alla prosecuzione del progetto, ma almeno per quest’anno abbiamo potuto godere di un lavoro intensissimo: riff velocissimi, ma incredibilmente accattivanti e blast-beat a tratti al limite dell’umano per un disco che non si perde nella violenza becera; la band sembra sempre in pieno controllo durante questa furiosa discesa all’inferno e arricchisce il tutto con arrangiamenti tutt’altro che essenziali.

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5 .  Blut Aus Nord – Deus Salutis Meae (Debemur Morti)

Insieme ai connazionali Aosoth e Deathspell Omega, i Blut Aus Nord hanno intellettualizzato il black metal o forse più semplicemente lo hanno portato un passo avanti. Basta chiese bruciate, cinture di proiettili, foto sulla neve, vergini sacrificate e quant’altro;  via libera invece ad un approccio filosofico al satanismo e all’occultismo in pieno stile francese.  Zero esibizioni live, approccio noise/industrial che però a parte alcuni intermezzi non diventa mai la parte predominante. Musica sinistra e disturbante con sfuriate che si alternano a momenti cadenzati quasi marziali. Un viaggio malato.

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6 . Wode  –  Servants of the Countercosmos (Avantgarde Music)

Sono ormai anni che il ricambio generazionale sembra avviato (per fortuna) e vediamo crescere nuove leve; tra queste meritano più di una citazione gli inglesi Wode; giunta al secondo lavoro, la band proveniente da Manchester è approdata su Avantgarde e ha mantenuto il livello dello splendido esordio del 2016. Cosmo, apocalisse, occultismo trattati con un approccio musicale abbastanza classico con riff e ritmiche serrate e rari momenti di più ampio respiro.

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7 .  Mork – Eremittens dal (Peaceville)

Avere tra i padrini Nocturno Culto non è da tutti e di certo aiuta. Fatto sta che al terzo lavoro sulla lunga distanza la one man band norvegese fa contenti tutti quelli rimasti al 1994 e al tape trading. Darkthrone e Burzum leggermente ripuliti. Forse potete togliere “Panzerfaust” dallo stereo e provare con questo.

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8 . Taake – Kong Vinter (Dark Essence)

Arrivato verso la fine degli anni 90, quando il clamore più grosso era già scemato e i giochi fatti, Hoest ha però mantenuto alto il livello dei suoi dischi che regolarmente ogni tre-quattro anni ci propone.  Una certezza per gli amanti del classico old school black metal norvegese.

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9 . Pillorian – Obsidian Arc (Eisenwald Tonschmiede)

La sfida post-Agalloch è stata tutto sommato vinta. D’altra parte se un percorso è terminato, non resta che provarne uno nuovo. I Pillorian si presentano con un black metal in cui le parti più efficaci sono quelle mid tempo, sorrette da un lavoro di chitarra molto classico; non manca più di una sfumatura doom, ma come potrebbe essere altrimenti visto il passato? Il risultato finale è un disco di grande epicità. Il black metal in forma canzone.

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10 . Auðn – Farvegir Fyndar (Season Of Mist)

Anche quest’anno il gioiellino dall’Islanda è arrivato. Gli Auðn fanno parte di un filone indubbiamente più atmosferico e melodico (ai confini in certi momenti con il post-black metal) rispetto ai connazionali Svartidaudi e Misþyrming,  veri e propri assassini sonori. Gli islandesi non inventano per la verità nulla, ma l’ascolto è gradevole soprattutto grazie a passaggi melodici ben riusciti che danno al disco la giusta intensità emotiva.

 

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Dietro a questi primi dieci, ecco un’altra manciata di lavori che vale la pena menzionare e ascoltare anche solo per avere una panoramica di quanto successo nell’anno appena trascorso.

 

11 . Enslaved  –  E  (Nuclear Blast)

Ormai gli Enslaved non sono più una band black metal, ma tant’è da lì sono partiti e qui li citiamo. Dal Viking black metal degli esordi colorato con ampie pennellate di folk, ormai ci troviamo davanti ad una band di metal progressivo. Da ascoltare e apprezzare senza pregiudizio.

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12 . Krallice – Go Be Forgotten (Indipendent)

Mentre sulla costa ovest degli Stati Uniti ci si perde a contemplare la natura e le sue meraviglie, l’East Coast ci propone un punto di vista più prosaico ed urbano; così i Krallice ci hanno massacrato le orecchie con ben due lavori quest’anno interessanti anche solo per l’approccio alla materia che risulta per certi aspetti sludge/hardcore, mescolato a ritmiche totalmente schizofreniche e a stacchi a velocità furiose. Meno sperimentatori dei concittadini Liturgy, ma altrettanto estremi. Dategli una chance.

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13 . Dodsengel  –  Interequinox (Debemur Morti)

Il disco ideale per officiare una messa nera. Il duo norvegese rimane da sempre nell’oscurità rispetto al “grosso” giro e la qualità degli album ne risente positivamente. Black metal non esattamente raw, ma ricco di arrangiamenti che conferiscono drammaticità all’opera, vero trademark della band da sempre. Meno pomposo e prolisso del predecessore, Interequinox è un disco che mostra come si possa suonare black metal “ortodosso” nel 2017 senza risultare noiosi.

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14 . Progenie Terrestre Pura – oltreLuna (Avantgarde Music)

Quando il black metal non sapeva più dove guardare, a qualcuno è venuta la brillante idea di volgere lo sguardo al cielo, alle stelle e allo spazio. Così è nato un filone piuttosto interessante che si sta sviluppando in questi anni, ovvero il Cosmic black metal. In fondo, cosa c’è di più gelido e freddo dello spazio profondo? I Progenie Terrestre Pura sono una band italiana che suona un black metal a tematiche spaziali con l’uso di drum machine che permette di de-umanizzare ulteriormente il suono. Il disco scorre via bene tra momenti tiratissimi con voce filtrata e passaggi più sperimentali e atmosferici dove è evidente la contaminazione elettronica.

 

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15 . Nightbringer – Terra Damnata (Season of Mist)

Disco molto solido e molto celebrato. Gli americani proseguono nel loro percorso sonoro fatto di un black metal solenne in cui la voce per lunghi tratti declama versi che paiono annunciare l’apocalisse; le chitarre sviluppano spirali di riff caotici attorno ai quali perdersi è un attimo. Disco per orecchie allenate.

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16 . Satyricon – Deep calleth upon Deep (Napalm)

I Satyricon sono stati massacrati dalla critica per il loro “Deep Upon Calleth Deep” , probabilmente in modo eccessivo. Frost e Satyr riescono comunque sempre a proporre atmosfere interessanti soprattutto con i loro classici mid-tempo. Un disco volutamente scarno nella produzione per richiamare i vecchi fasti e comunque non tutto da buttare.

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17 .Myrkur – Mareridt (Relapse)

Uno dei dischi più chiacchierati dell’anno è stato “Mareridt” di Myrkur in cui è finito anche lo zampino di Chelsea Wolfe ospite su “Funeral”. La danese trapiantata negli Stati Uniti abbandona quasi completamente il black metal nella sua concezione classica e pubblica un disco che potremmo definire folk ambient,  tanto che le screaming vocals si trovano solo (guarda caso) nel singolo “Ulvinde”.  Disco da ascoltare immersi nel silenzio, scegliete voi se persi nella natura o al buio in casa, ma la voce della bella Amalie Bruun, su cui il disco è incentrato, fa venire più di un brivido.

 

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18 . Nokturnal Mortum – Verity (Oriana)

Con tutto il loro orpello di folklore ucraino, i Nokturnal Mortum hanno prodotto un piccolo gioiello di black metal in salsa slava. Strumenti tipici locali come la bandura (ma non solo), flauti, viola e violino accompagnano i riff del leader maximo Knjaz Varggoth in un mix sostanzialmente riuscito, grazie a ottimi arrangiamenti. Malgrado il grande sfoggio di melodie è un disco, anche per via della durata, da digerire in più sedute.

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19 . Der Weg Einer Freiheit – Finisterre (Season of Mist)

E’ inutile, quando nuove leve si avvicinano a qualunque genere di rock o metal, finisce che suonano quasi sempre post-qualcosa. Sicuramente meglio così piuttosto che sembrare usciti dagli anni 80 con tre decadi di ritardo. Questo è il quarto disco sulla lunga distanza per i tedeschi, i quali propongono un black metal che viaggia per lunghi tratti a velocità sparatissime, trovando requie solo in alcuni intermezzi minimal che finiscono con il dare quel tocco post di cui sopra. Il tutto al servizio di melodie epiche ed urla strazianti per un risultato finale assolutamente convincente ed emotivamente molto evocativo.

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20 . Cradle Of Filth – Cryptoriana – The Seductiveness of Decay (Nuclear Blast)

Gli inglesi capitanati da Dani Filth con “Cryptoriana” hanno sfornato il solito disco da vecchie volpi molto ben prodotto, ben suonato e, soprattutto, assolutamente ispirato, cosa non scontata per una band arrivata al dodicesimo album. Il black metal degli esordi rimane un po’ nelle retrovie rispetto ad un approccio classicamente heavy metal condito dal romanticismo gotico che tanto piace ai nostri e ai loro fan.

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Dopo questa scorpacciata di dischi, non resta che volgere lo sguardo al 2018 in attesa, tra gli altri, dei nuovi dischi di alcuni grossi calibri come Watain, Immortal (orfani di Abbath), Dimmu Borgir e Shining.

 


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