Guida al Nuovo Noise Rock Italiano

Ha senso parlare di noise rock nel 2018? Certo che sì, in tutto il mondo sono centinaia le band che condividono la missione del rumore, della dissonanza e  dell’arroganza ispirata al sound dei primi anni 90 di etichette come Touch & Go e Amphetamine Reptile. Mentre non si può parlare di vero e proprio successo e hype, è indubbio che band americane come Metz, Pissed Jeans, Whores siano fra le più “calde” dell’ultimo paio di anni. E’ una risposta alla debolezza indie rock, all’indolenza stoner, alla semplicità del punk: ovvero i circuiti in cui volenti o nolenti si muovono le band del genere.

E in Italia? Nel nostro paese c’è sempre stata una ricca scena noise rock, la cui punta dell’iceberg fu il successo quasi mainstream dei primi Marlene Kuntz (quando erano definiti la risposta italiana ai Sonic Youth) e, in parte, i Massimo Volume. Gli Uzeda, che proprio quest’anno compiono 30 anni di attività, sono sempre stati considerati tra i maestri del genere e rispettati soprattutto oltre oceano. Negli ultimi 25 anni contiamo decine e decine di nomi: Three Second Kiss,  White Tornado, Six Minute War Madness, Noisext, One Dimensional Man, quasi tutto il roster Wallace Records, e via via fino agli anni 2000 con Lucertulas, Putiferio, Dead Elephant, la Robot Radio, Rosolina Mar, Red Worm’s Farm, la fromScratch Records, il nuovo decennio con Butcher Mind Collapse, Hell Demonio, la scena della Canalese con Treehorn, Io Monade Stanca, Fuh, Ruggine. Addirittura l’attacco mainstream del progetto Il Teatro Degli Orrori, capaci di stupire tutti con un disco d’esordio formidabile ma perdersi con i successivi.

E poi, su tutti, gli Zu che non sono noise rock ma hanno sempre colpito l’interesse e l’immaginazione di musicisti e ascoltatori in cerca di tempi dispari, dissonanze e suoni potenti.

A differenza del noise rock americano quello italiano è sempre stato più elegante, meno propenso allo shock, più vicino al rigore di Steve Albini (anche grazie alla presenza di David Lenci e Giulio Favero al banco di regia di buona parte delle band sovracitate), alla credibilità dei Fugazi e alle geometrie di June Of 44. La scuola italiana del noise rock, che non sarà celebre come il prog italiano, ha altrettante cose da dire. E’ figlia della ricerca del timbro, della nota “stronza” e dei tempi complessi esattamente come facevano i barbuti progster anni 70, ma con un’attitudine che difficilmente piace ai barbuti progster anni 70.


La tradizione non si perde, ma passando gli anni, le band hanno aggiunto un po’ di ingredienti e suonano più rocciose di un tempo. Adorano l’hardcore, il post-hardcore, lo sludge e il grunge più grezzo. Eccovi una carrellata (assolutamente non completa) delle band più interessanti attualmente in circolazione dalle nostre parti. Sempre perchè “il rock è morto” e “non esce mai niente di bello”.

The Turin Horse – Untitled EP 

[Sangue Dischi, Shove Records, Vollmer Industries, Hell Comes Home, Rodomonte Dischi]

Nati come naturale evoluzione del progetto Dead Elephant. Se conoscete la band vi ricorderete che nell’ultimo periodo si esibivano come duo con Alain dei Morkobot. Il chitarrista/cantante Enrico Tauraso decretò quindi la fine dei Dead Elephant e l’inizio dei Turin Horse, con questa formazione. Nei mesi scorsi hanno pubblicato il primo EP, disponibile anche in vinile, composto da due canzoni inedite e una cover degli Unsane (Blame It), padri spirituali dell’attitudine violenta e selvaggia della band. I Turin Horse non lasciano prigionieri: pur essendo in due sembrano un’orchestra di demoni.

Lleroy – Dissipatio HC

[BloodySoundFucktory, Sonatine Produzioni, Sangue Dischi, SantaValvola, Vollmer Industries, Fuzzy Cluster, Taxi Driver, UA!, Lleroy]

Il giovane trio ha già tre dischi sparsi in 10 anni di attività. Si definiscono mud-core ma sono un furibondo mix fra noise rock, grunge, hardcore : “Dissipatio HC” sembrano i Nirvana di “Bleach” al doppio della velocità.

Hate & Merda – La Capitale Del Male

[Sangue Dischi, Dischi Bervisti, Shove, Zas, Toten Schwan, Icore, Utu, Dio Drone]

Uscito un paio di anni fa il secondo disco degli Hate & Merda ha lasciato ancora oggi delle ferite aperte: testi drammatici e rasoiate metalliche sono gli ingredienti proposti dal duo fiorentino. Ma all’interno c’è sperimentazione industrial, violenza hardcore e riff sludge rendendo questo disco un prodotto di “noise rock moderno”, ovvero capace di scavalcare i normali clichè del genere. Hate & Merda, può piacervi o meno, ma hanno personalità.

Fluxus – Non Si Sa Dove Mettersi

Attivi dal 1992 la band di Torino ha pubblicato quattro capolavori: “Vita In Un Pacifico Nuovo Mondo”, “Non Esistere”, “Pura Lana Vergine” e “Fluxus” prima di sciogliersi. Sono tornati un paio di anni fa e hanno proposto ai propri fan di produrre il loro comeback discografico intitolato “Non Si Sa Dove Mettersi”. Il ritorno riprende il discorso “metallico” (non è quindi un disco post rock come l’album “rosa” omonimo) senza il nervosismo isterico dei precedenti. Per un ritorno così importante non ci possiamo lamentare.

Ut – Delta Gamma Epsilon Beta

[Taxi Driver – Marsiglia]

Genova ha avuto i suoi piccoli grandi gruppi noise rock con Toxic Picnic e Cut Of Mica, da cui provengono gli UT. Senza dimenticare gli antenati Noisext che pubblicarono nel lontano 1994 un singolo per la TCP degli Unsane. Al secondo disco consegnano ai fortunati ascoltatori un vortice di rumore e intelligenza. Sicuramente i più anni 90 del lotto ma non è certo un difetto. In Delta Gamma Epsilon Beta, uscito in formato CD con packaging artigianale, troviamo anche una cover di “By This River” di Brian Eno.

Buñuel – The Easy Way Out

[La Tempesta]

Capovilla o lo ami o lo odi.  I primi One Dimensional Man portarono in Italia uno stile arrogante e distruttivo, storto ma melodico. Con Il Teatro Degli Orrori ha provato a trovare una via cantautorale al noise rock (senza cadere nel manierismo degli ultimi Marlene Kuntz) ma purtroppo l’ispirazione si è arenata velocemente. I Bunuel sono una super band composta da Capovilla al basso, il fido batterista Franz Valente, il chitarrista Xabier Iriondo (l’anima sperimentale degli Afterhours di Germi, Hai Paura del Buio e Non è Per Sempre, e nei fondamentali progetti Six Minute War Madness e A Short Apnea) ma soprattutto alla voce Eugene Robinson il gigantesco frontman degli Oxbow, band che se state leggendo queste righe non ha certo bisogno di presentazioni. Il secondo disco “The Easy Way Out” è in uscita a fine Aprile.

Cani Dei Portici – Due

[Dischi Bervisti/ToTeN ScHwAN records/Vollmer Industries/Santa Valvola Records/È un brutto posto dove vivere/L’Odio Dischi/Oh Dear Records!/Effetti Collaterali/Koe Records low profile distro/Longrail Records]

Cordata di etichette indipendenti per il secondo disco dei Cani Dei Portici, da Bologna. Il disco del duo è un assalto post hardcore con aperture post rock e pesantismi post metal. Mi rendo conto che citare tutti sti “post” rende la descrizione un po’ ridicola ma i Cani Dei Portici rifuggono le etichette e ci regalano un disco complicato da seguire ma capace di regalarci schiaffoni quando meno te lo aspetti!

Hibagon – Polyposmic

[Taxi Driver Records, WOOAAARGH, Il Verso Del Cinghiale, 5Feetunder, Gabu Records, I Dischi Del Minollo, Brigante Records, La Fornace Dischi, Toten Schwan, Pied De Biche]

Di nuovo cordata fra etichette underground, di nuovo duo, di nuovo strumentale. Gli Hibagon però estremizzano il concetto di math rock portando gli Shellac a jammare con King Crimson e Don Caballero. Se siete amanti delle acrobazie strumentali non potete perdervelo.

Nadsat – Crudo

[Toten Schwan Records – Upupa Produzioni – Vollmer Industries – Oh! Dear! Records – E’ un brutto posto dove vivere – Koe Low Profile Records]

E’ comodo formare un duo: non bisogna sbattersi troppo per organizzare le prove e basta montare su una macchina qualsiasi per fare un tour in Italia. E’ il superamento dell’effetto Zu inaugurato dagli Zu stessi con i Mombu. Poi gli Zeus, gli Zolle e tutte le band che abbiamo citato fino ad adesso, a cui aggiungiamo i Nadsat che con “Crudo” ci offrono un mix tra jazzcore e sludge.

Cani Sciorrì – Parte I

[Scatti Vorticosi Records – Tanto Di Cappello Records – Justice Musical Instruments SNC – Vollmer Industries – Escape From Today Records – Brigante Records & Productions – Santa Valvola Records – Taxi Driver Records – Edison Box – Bare Teeth Records]

Cani Sciorrì sono tra i veterani della scena noise rock che gravita intorno alla Canalese Records. Scena che purtroppo si è un po’ frammentata ma che comprendeva anche i fantastici Treehorn, Io Monade Stanca, Ruggine e Fuh. I Cani Sciorrì hanno appena pubblicato Parte I, che è in realtà è loro sesto disco! La band ha registrato il disco in Texas dai Cherubs, nomi tutelari del loro sound assieme a Jesus Lizard, Unsane, Refused e rock hardcore.

Elm – Dog

[Bronson Produzioni]

L’acqua della provincia di Cuneo deve essere particolarmente cattiva o, molto più probabilmente, deve esserci un bello spaccio di dischi Touch & Go, Amphetamine Reptile e Skin Graft. Anche gli Elm Dog vengono da quelle parti e ci propongono un album che sembra uscito dal Texas. Bassi ruggenti, chitarre taglienti, voce disturbata vi faranno tornare in mente i bei tempi in cui potevi aspettare l’uscita di un disco dei Cows e degli Hammerhead.

Ultrakelvin – Ultrakelvin

[Macina Dischi]

Prendete due Kelvin (Anna alla batteria e Woolter alla chitarra) e metteteli assieme a Panda dei Putiferio e avrete gli Ultrakelvin! Noise rock potentissimo e con una batteria frastornante, urla sconnesse e riff zoppi e disturbanti. Una perla. Hanno condiviso uno split con i Qui, poi ristampato a parte come disco omonimo.

Frana – Awkwardwards

[Antena Krzyku – Vollmer Industries – Brigante Records & Productions – Carlos Palacios –  Violet DAM Records –  Oh Dear Records –  HHR]

Terminiamo con una band decisamente più luminosa rispetto a quelle proposte: i milanesi Frana. Attitudine punk, ritmi post-punk e chitarre noise alla “Hot Snakes, Drive Like Jehu, Shellac, Polvo, Unwound, Don Caballero, Unsane, Slint, Jesus Lizard, Quicksand, Haram, Greys, Meat Wave, Pile”.


Se vi è piaciuto questo articolo è perchè vi piace il sound di queste band. L’unico modo perchè sopravviva è supportarle acquistando i dischi. La maggior parte di loro la trovate su bandcamp e in giro per lo stivale con dischi e merchandise da comprare: non fate i tirchi e i pigri! 

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