Trance Syndicate (1990 – 1999), viaggio nel Texas rumoroso e psichedelico

Sono tanti i motivi di esistenza di una scena musicale: spesso c’è il gruppo “influente” che segna la strada ad una generazione di giovani; giovani che magari si riuniscono in un determinato locale (vedi il CBGB’s con il punk newyorkese), comprano dischi da uno spacciatore parecchio fornito, o hanno uno studio di registrazione adatto alle loro esigenze (come il Reciprocal Studio di Seattle dove lavorava Jack Endino). Oltre a tutte queste cose è fondamentale l’esistenza di una etichetta discografica che dia voce al movimento. Nei nostri viaggi alla (ri)scoperta del fondamentale lavoro delle label ci siamo già occupati di Sub Pop, Alchemy, Frontier e Boner Records, oggi è il turno della Trance Syndicate, etichetta fondata da King Coffey dei Butthole Surfers che diede una casa a tutti quei folli texani che adoravano psichedelia, industrial e noise, suonata con l’attitudine folle dei 13th Floor Elevators e Red Krayola, l’impatto hardcore degli Scratch Acid e gli atteggiamenti dissacranti dei Butthole Surfers. 

Crust – Sacred Heart Of Crust (1990)

John e Richard formano la band ad Austin, Texas, quando trovano un po’ di aggeggi da manipolare per tirare fuori del rumore. Dopo aver iniziato ad accompagnarsi con la drum machine e aver scritto una quindicina di brani iniziano ad usare strumenti “veri” e a muoversi in cerca di una label. Si rinominano Crust (prima erano i Mud Honey, ma il nome era appena stato preso da qualcun altro) ed organizzano un tour per la west coast speranzosi di finire sotto contratto per Alternative Tentacles o per Boner, ma non ne ricavano niente. Tornati a casa parlarono con King Coffey dei Butthole Surfers che da tempo  voleva tirare su una label e con la pubblicazione dell’EP “Sacred Heart of Crust” nasce quindi la Trance Syndicate.

altri dischi su “TS”: Crust (1991) / Crusty Love (1994)

Pain Teens – Born In Blood (1990)

Successivamente alla compilation “Love & Napalm” la terza uscita della Trance Syndicate è “Born In Blood” dei Pain Teens, veterani noise sperimentali da Houston, Texas, con all’attivo una bella serie di autoproduzioni tramite la label Anomie Records. Pain Teens nascono grazie alle sperimentazioni su nastro del chitarrista Scott Ayers ispirato dal disco “My Life In The Bush Of Ghost” di Brian Eno e David Byrne. Scott, grande fan anche di Throbbing Gristle e Cabaret Voltaire, inserirà nel suo menu industriale parecchie dosi di psichedelia acida texana, quella che da 13th Floor Elevators e Red Krayola arriva ai Butthole Surfers. Da non sottovalutare il lavoro trascinante e oscuro della cantante Bliss Blood. In “Born In Blood” troviamo anche due cover dei Kinks e una di Bowie.

Altri dischi: Stimulation Festival (1992) / Destroy Me, Lover (1993) / Beast Of Dreams (1995)

Ed Hall – Gloryhole (1991)

Ed Hall, nome “comune” ma di una vera e propria band di Austin, Texas, figli di quel sound psichedelico, malato, depravato, annoiato che negli anni 80 riempì i solchi dei dischi dei Butthole Surfers, dopo due dischi su Boner (LEGGI QUI) finiscono nella loro etichetta naturale: la Trance Syndicate.  “Gloryhole”, registrato allo Smart Studios di Butch Vig, è quasi un prodotto professionale, pur rimanendo totalmente anti commerciale, fin dal titolo e dalla copertina: rock smontato e preso in giro, destrutturato fino al parossismo, canzoni affogate nell’acido e rese impossibili da maneggiare. Dopo questo disco il batterista Kevin Whitley fonderà i Cherubs, di cui diventerà chitarrista.

Altri dischi : Motherscratcher (1993) / La La Land (1995)

Drain – Pick Up Heaven (1992)

Finalmente  King Coffey usa la label per produrre la sua band, i Drain, con cui pubblicò un 7″ l’anno prima. Oltre a King Coffey troviamo il bassista dei Cherubs Owen McMahon e David McCreath. “Pick Up Heaven” è uno dei migliori dischi di noise rock degli anni 90: senza troppe pretese artistoidi e drogate i Drain vanno diretti al punto con 10 brani strumentali (il cantato / parlato è frutto di sample) difficilmente etichettabili. Rumorosi, energici, dissonanti : se fanno venire mal di testa è anche grazie all’headbanging che provocano al fortunato ascoltatore.

Altri dischi : Off Speed And In There (1996)

Cherubs – Icing (1992)

Formati ad Austin dal batterista degli Ed Hall, i Cherubs sono tra le band più “note” del giro Trance Syndicate e quelle con un sound più associabile al noise rock di Helmet, Unsane, Jesus Lizard, Shellac, Cows, ovvero quello di un power trio che suona rock in modo rumoroso con strumenti distorti e voce incazzosa. “Icing” è il primo di una splendida, se pur breve, carriera che, a fasi alterne, continua ancora adesso.

Altri dischi : Heroin Man (1994) / 2 Ynfynyty [Brutal Panda Records] (2015)

Johnboy – Pistolswing (1993)

Johnboy, trio formato ad Austin, Texas, nel 1991.  Anche questo è l’ennesimo centro di Trance Syndicate e mostra come la scena noise texana fosse tra le più vitali della prima metà degli anni 90. Dei Johnboy si parla usando il termine post-hardcore per via di una bella dose di impatto e di certi crescendo emotivi che rimandano quasi ai Fugazi. Anche mathrock è un termine calzante, grazie a progressioni mai banali e articolate. In un certo senso potremmo scomodare anche il post rock per via delle enormi esplosioni soniche. Ma qualunque terminologia non basta per descrivere la potenza sprigionata da un disco realmente di culto, quasi mai citato e ormai nascosto nelle pieghe del tempo. Prima dell’esordio “Pistolswing” pubblicarono un 7″ intitolato “CalYx”.

Altri dischi : Claim Dedications (1994)

Crunt – Crunt (1994)

Kat Bjelland proveniva dalle Babes In Toyland, Stuart Gray dai Salamander Jim e Lubricated Goat, Russel Simins dai Jon Spencer Blues Explosion. Kat e Stuart, ai tempi, erano sposati e tutti e tre vivevano a Seattle. Nacquero così i Crunt, discreto side project alternative rock ma, considerando le menti coinvolte, alquanto deludente nel risultato finale. Una curiosità per i fan delle Babes In Toyland (ma Kat non si sente molto) ma nulla di più. Tutti e tre hanno fatto e faranno di meglio.

Bedhead – What Fun Life Was (1994)

Nel 1994 inizia a farsi strada il sound post rock; ovvero brani lunghi, dimessi, spesso suonati arpeggiando gli accordi di chitarra e accendendo riverberi, loop e delay nei “ritornelli”. La rivoluzione nacque con Spiderland degli Slint e continuò virando con toni “dark” grazie ai Codeine. Nascerà lo slowcore, ovvero band che suonavano talmente lente da diventare parossistiche. I due gruppi “rivelazione” del genere, nel 1994, furono Bedhead e Low. Bedhead essendo texani (Wichita e poi Dallas) si accasarono presso Trance Syndicate e pubblicarono il seminale “What Fun Life Was” adatto a tutti i post emocorers in cerca di emozioni forti. Se siete qui per il noise violento, però, lasciate perdere.

Altri dischi : Transaction De Novo (1998)

Distorted Pony  – Instant Winner (1994)

“Instant Winner” esce ad un anno dallo scioglimento dei Distorted Pony, formazione noise rock di Los Angeles con all’attivo un disco uscito per la leggendaria Bomp! nel 1992. Entrambi gli album furono registrati sotto la direzione di Steve Albini, e si sente. La band nacque come duo rumoroso con drum machine, secondo i dettami dei maestri Big Black, aggiungendo in seguito un batterista vero. Ma la formula rimane quella “albiniana”: assalti fragorosi, stop & go asfissianti, chitarre taglienti. David Uskovich lo troveremo nei Sweet Pea (un disco su Trance Syndicate) e nei Switchhitter, mentre Dora Jahr attualmente milita nei Skeleton Wrecks, che hanno pubblicato il secondo lavoro nel 2018. Un duo devoto al noise.

My Dad Is Dead ‎– For Richer, For Poorer (1995)

Dopo tanto rumore ascoltare Mark Edwards, in arte My Dad Is Dead, è quasi rigenerante. Da Cleveland, Ohio, Mark confeziona dischi dal 1985 per le più svariate etichette e per “For Richer, For Poorer” si muovono sia Trance Syndicate che la amica Emperor Jones. Mark è un cantautore sì introspettivo nei testi ma piuttosto “solare” nella formula musicale. Il progetto My Dad Is Dead è consigliato agli amanti del cantautorato pop rock americano.

Roky Erickson – All That May Do My Rhyme (1995)

Immagino che pur avendo fatto uscire decine di album, per King Coffey pubblicare un disco di Roky Erickson sia stato uno degli apici della sua carriera. Roky, leader dei 13th Floor Elevators, è praticamente il padre di tutti i folli texani psichedelici. Ma Roky è folle vero: oltre a svariati problemi di droga è anche affetto da schizofrenia e solo negli ultimi anni è stato onorato del giusto tributo dopo una carriera vissuta ai margini. In “All That May Do My Rhyme” troviamo Charlie Sexton e il chitarrista dei Butthole Surfers Paul Leary ad accompagnare il maestro, fra canzoni folk e country, semplici ma di cuore. Difficile rimanere impassibili di fronte a tanta sincerità.

Butthole Surfers ‎– The Hole Truth… And Nothing Butt! (1995)

Poteva mancare un disco dei Butthole Surfers? Curiosamente la band non ha mai pubblicato dischi ufficiali per Trance Syndicate ma solo questa raccolta di demo e live assemblata come bootleg dalla Totonka Records e resa ufficiale dalla band un anno dopo. La raccolta si rivela imperdibile perchè copre praticamente tutta la carriera dei Butthole Surfers dai primi demo del 1983 fino ai live del 1993.

Sixteen Deluxe – Backfeed Magnetbabe (1995)

Sixteen Deluxe si formano nel 1994 grazie a musicisti provenienti da Cherubs, Ed Hall, Flying Saucers e ottengono ottima visibilità grazie al singolo d’esordio “Idea” che passò parecchie volte su “120 Minutes”, il programma alternativo di MTV, ed entrò nelle classifiche della rivista Spin. “Backfeed Magnetbabe” è l’album giusto al momento giusto: melodie pop e chitarre shoegaze sembrano arrivare dall’Inghilterra (My Bloody Valentine) ma il gusto sbilenco e a tratti violento è quello tipico texano. Ad aprire le danze la cover di “Warm Jets” di Brian Eno e a chiuderle quella di “Roo” dei Big Star. Ricordando Flaming Lips e Mercury Rev, la Warner non se li lascia scappare e nel 1998 pubblicherà il secondo “Emits Showers Of Sparks”. 

Starfish ‎– Stellar Sonic Solutions (1995)

Provenienti da Portland, ma emigrati in Texas, gli Starfish, come i Sixteen Deluxe, trovano airplay su 120 Minutes di MTV grazie al videoclip di “Runaround”, brano alla Pixies che regalerà buona visibilità alla band. Siamo ormai lontani dalla Trance Syndicate degli esordi: gli Starfish suonano “alternative rock”, non troppo lontano dal sound grunge di moda nel periodo. “Stellar Sonic Solutions” è, non a caso, prodotto da Bob Mould degli Husker Du, in quel periodo impegnato con la creatura Sugar.

Altri dischi: Frustrated (1997) , The Instrumental EP (1999)

Furry Things ‎– The Big Saturday Illusion (1995)

Furry Things, da Austin, Texas, sono adattissimi a tutti gli amanti di space rock e shoegaze, dream pop e alternative noise rock. La band cita tra le influenze Dinosaur Jr., The Beach Boys, My Bloody Valentine, Medicine, Jesus and Mary Chain, The Summer Hits e si definisce “noisy pop music con parecchi feedback”. Se amate armonie vocali “languide” soffocate da un mare di effetti di chitarra non perdete “The Big Saturday Illusion”.

Altri dischi: Moments Away (1998)

Windsor For The Derby ‎– Calm Hades Float (1996)

Dopo un paio di anni di pur ottimi dischi ma non annoverabili fra i capolavori del rock ci pensano i Winsdor For The Derby a cambiare il trend. L’esordio “Clam Hades Float” entra di prepotenza fra i dischi fondamentali del nascente fenomeno post rock, inserendo una manciata di “nuove” influenze in un genere che rischiava di rimanere invischiato in una formula-non-formula fatta di chiaro scuri e lunghi brani strumentali. Fra i sette brani senza titolo troviamo l’ambient di Brian Eno, il Kraut dei Neu, il dark di scuola 4AD e Factory, influenze che aiutano a conquistare gli ascoltatori più intellettuali del genere. I lavori successivi vireranno su sonorità maggiormente folk.

Altri dischi : Minnie Greutzfeldt (1997)

Sweet Pea ‎– Chicks Hate Wes (1996)

Ci voleva David Uskovich dei Distorted Pony per far tornare un po’ di classico noise rock in casa Trance Syndicate grazie al progetto Sweet Pea. La voce di Lydiaemily è sovrastata dall’impatto heavy cacofonico del resto della band, impegnata in massacranti droni oscuri pseudo sludge. Due bassi, chitarra e batteria creano un magma di super distorsioni da cui è difficile uscire. Ogni tanto spunta qualche spiraglio di canzone a mollare la presa. Non sarebbe strano se un giorno “Chicks Hate Wes” venisse ristampato da Southern Lord.

Paul Newman ‎– Frames Per Second (1997)

Paul Newman prendono furbescamente nome dal bassista della band, omonimo del famoso attore dagli occhi azzurri. Formati ad Austin, Texas, il quartetto strumentale si muove su geometrie e suoni math rock alla Shellac e Don Caballero e introspettive lungaggini di scuola post rock. Il sound è quello tipico alla Steve Albini virato Slint. Non un prodotto originale ma un perfetto esempio dei tempi che furono.  

Altri dischi : Only Love Can Break Your Heart (1998)

…And You Will Know Us By The Trail Of Dead – …And You Will Know Us By The Trail Of Dead (1997)

Terminiamo questo excursus con l’unica band ancora in attività fra quelle citate e l’unica che avrà una carriera quasi di successo. Loro sono i …And You Will Know Us By The Trail Of Dead, band che ebbe una discreta visibilità ai tempi dell’esordio su Interscope “Source Tags & Codes” del 2002 e che continua a pubblicare dischi ancora oggi. A loro modo riassumono tutti i quasi dieci anni di attività della label: dal noise rock più sperimentale, passando all’alternative rock più orecchiabile, senza dimenticare le sfuriate hardcore e le follie psych. I Trail Of Dead rappresentano l’apice sonoro della label, il suo punto di non ritorno. La fine di un suono, mangiato, rimasticato, digerito e metabolizzato. Da qui in avanti l’alternative rock cambierà pelle, non solo per merito dei Trail Of Dead ma di tutto il mondo musicale di quegli anni. 

Trance Syndicate è passata immune a tutti i clamori del grunge, gli isterismi post Cobain, a band che scendevano a patti con le major. Ha mantenuto una forte valenza locale senza perdere identità sonora e, soprattutto, qualità. Dal 1994 in poi, quando per tutti il rock era morto, ha saputo cogliere i primi spunti “post rock” e ha contribuito ai “singoloni alternative da Mtv”. Certo, la Trance Syndicate che passerà alla storia è quella dei primi anni, dei dischi di Cherubs, Distorted Pony, Ed Hall, Pain Teens, Drain e Johnboy, ma, pur mutando in parte pelle, ha saputo donare al rock tante distorsioni, anche nei momenti più “leggeri”. 

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