10 Sfumature Di Nero: contaminazioni nel Black Metal

Malgrado i metallari si professino oltranzisti e non inclini a compromessi relativi all’adorato genere musicale, non sono mancate derive metal di ogni tipo. Anche il black metal, il sotto genere apparentemente più “true”, nel corso delle sue prime tre decadi di esistenza ha subito delle contaminazioni assolutamente imprevedibili all’inizio con risultati, peraltro, quasi sempre soddisfacenti.
A ben vedere il black metal nasce già impuro e corrotto; se partiamo infatti dalle origini del genere ed escludiamo la primissima ondata di band, ad eccezione dei
Bathory come vedremo dopo, ci accorgiamo che almeno due tipi di “contaminazione” sono nate insieme al black metal stesso.

  1. AMBIENT BLACK METAL

La prima è quella con la musica ambient. Infatti uno dei membri della prima scena norvegese, il signor Vikernes, in arte Burzum, mise in chiusura del suo album di esordio omonimo il pezzo “Dungeons Of Darkness“, primo esperimento minimale che troverà poi seguito in brani più lunghi e strutturati come “Tomhet“, 14 minuti tutti incentrati sui synth che trovate in coda al terzo disco, meraviglioso a partire dalla copertina, “Hvis Lyset Tar Oss“. Oppure la lunghissima “Rundtgåing av den transcendentale egenhetens støtte” contenuta in “Filosofem“. Il risultato finale è, nelle parti più riuscite, ancor più agghiacciante ed evocativo delle classiche sfuriate black metal.

La dark ambient ben si miscela con il gelo, la misantropia, la magnificenza della natura che il black metal dovrebbe trasmettere e così vari sono stati i momenti in comune. I Wolves In The Throne Room si sono spinti fino a pubblicare un album interamente ambient, “Celestite” del 2014, assolutamente all’altezza della loro discografia “classica”.

Se siete appassionati di ambient black metal avrete di che divertirvi con una miriade di progetti inerenti, tanto che ci sarebbe bisogno di uno speciale dedicato, ma possiamo ancora citare gli svizzeri Paysage d’Hyver che nascono come side project dei Darkspace (di loro abbiamo parlato nello speciale sul cosmic black metal). La one man band, in dieci anni di attività, ha pubblicato svariati demo e quattro split senza mai arrivare ad un vero e proprio full lenght. Malgrado questo, un piccolo culto dell’underground è nato.

Un manciata di band recentemente ha unito il black metal atmosferico con quello che viene definito dungeon synth: siamo sempre in ambito dark ambient, questa volta però con una solida base di ispirazione fantasy/medievale. Un esempio? I francesi Necrocachot.

Il padrino di questo sottogenere potrebbe essere considerato Mortiis (tra il 1991 e il 1992  anche nella prima line up degli Emperor) con il suo debutto “Født til å herske” del 1994.

Altro disco considerato essenziale per il dungeon synth è “Depressive Silence II” dei Depressive Silence, duo tedesco che nel 1996 ha pubblicato questa piccola gemma ambient, considerata dagli appassionati IL disco dungeon synth per eccellenza.

Insomma, già nella prima parte degli anni 90, quando il black metal si professava genere intransigente e non incline a compromessi, alcuni tra i suoi più importanti rappresentanti aprivano la strada ad influenze più o meno inaspettate.

2. FOLK BLACK METAL

La seconda contaminazione che nasce praticamente insieme al black metal stesso è quella con la musica folk/tradizionale. Il black metal vuole, tra le altre cose, celebrare la tradizione, gli dei pagani, la cultura pre-cristiana e quindi si butta volentieri a capofitto negli usi e costumi dei popoli che rappresenta, compresi strumenti folkloristici, idiomi antichi e ormai perduti e leggende popolari.

Anche in questo caso di folk black metal si potrebbe scrivere per giorni ma per cercare di fare un minimo di ordine non si può che partire dai Bathory finendo così finalmente alle origini ottantiane del black metal. La tradizione qui fa riferimento alla cultura vichinga e anche se non troverete mai la parola folk (non si suonano corni o bandure) abbinata ai Bathory, la band ha però indubbiamente aperto un filone lirico e concettuale che troverà centinaia di adepti dagli anni 90 in poi.

Anche lo splendido debutto dei Satyricon, “Dark Medieval Times” può essere annoverato come riferimento del genere grazie ai suoi intermezzi acustici, l’utilizzo del flauto e ai riferimenti lirici medievali

Uno dei primi progetti a dichiararsi folk black metal è Isengard one man band di Fenriz dei Darkthrone che getta nel calderone dei primi anni novanta due dischi che diventano presto oggetto di culto: “Vinterskugge” del 1994 e “Høstmørke” dell’anno seguente, entrambi per la mitica etichetta Moonfog Productions fondata da Satyr dei già citati Satyricon. Un giovane Fenriz non pago di essere già tra i protagonisti di un periodo storico che cambierà la musica estrema per sempre, si cimenta in un black metal declamato, molto grezzo, con inserti acustici e forti riferimenti alla tradizione norvegese.

Anche i Primordial andrebbero citati tra i primi esponenti del folk black metal visto che già dal debutto “Imrama” del 1995 iniziarono a mescolare il loro black metal con la musica celtica della loro natia Irlanda, ma visto che la carrellata sarebbe pressochè infinita, citiamo solo tre lavori recenti provenienti da posti moto lontani tra loro e tutti in grado di unire tradizione locale e black metal in maniera veramente efficace.

Lo scorso anno gli ucraini Nokturnal Mortum hanno pubblicato un lungo lavoro intitolato “Verity“, una cavalcata tra le tradizioni del loro paese non solo per quel che riguarda i temi trattati e la lingua utilizzata, ma anche per la componente musicale; allora ecco spuntare bandure (tipico strumento a corde ucraino), violini, violoncelli, dulcimer, sopilka (un tipo di flauto in legno usato nella musica folk ucraina), corni musicali (di capra) e persino scacciapensieri.

Tra i protagonisti quest’anno del bill del Roadburn Festival, ecco, dalla Cina, gli Zuriaake autori di un black metal epico, di stampo depressive, intriso di oriente (andate a vedere i costumi di scena durante i loro live). “Gu Yan” è il loro ultimo disco e risale al 2015. 


Il mini giro del mondo lo chiudiamo in Italia, con un disco uscito lo scorso anno, ovvero il debutto della band napoletana Scuorn che con l’album “Parthenope” ha fatto meritatamente parlare di sè. Il parthenopean epic black metal non si limita solo alla facciata della maschera da Pulcinella, ma scava nella cultura locale partendo dal dialetto, fino all’utilizzo di strumento tipici come il mandolino, presente anche nel logo del gruppo.

3. INDUSTRIAL BLACK METAL

Detto che le influenze ambient e folk nascono sostanzialmente insieme al black metal stesso la prima vera contaminazione arriva comunque molto presto, a ridosso della seconda ondata di band, a metà anni novanta, ovvero l’industrial black metal; ricordo bene negli anni 90, quando sulle riviste specializzate  iniziarono a comparire le prime band che si discostavano dai canoni del genere: cambiavano le tematiche dei testi conditi da visioni post-apocalittiche, la musica era intrisa di elettronica con uso di drum machine e sintetizzatori e i suoni si facevano più meccanici. Non solo, sulle riviste più coraggiose (ovvero la mitica Grindzone) iniziarono a comparire rubriche dedicate alla musica elettronica più oscura (dark ambient, elettronica sperimentale, dark wave, hard trance), quella che quanto meno per attitudine poteva essere accostata senza vergogna al mondo del metal estremo. Alle contaminazioni elettroniche più azzardate arriveremo dopo. Abbiamo citato anche i Thorns nello speciale sul cosmic black metal che dall’industrial ha sicuramente ereditato molto e che potremmo posizionare al centro di un triangolo tra l’industrial stesso, la synthwave e l’ambient.

Tra i capostipiti indiscussi dell’industrial black metal ci sono anche i norvegesi Mysticum che come tutti i gruppi di culto hanno pubblicato appena due dischi dal 1993 in poi con lunghi periodi di inattività. “In The Streams Of Inferno” è il loro debutto del 1996 a cui ha fatto seguito nel 2014 il celebrato “Planet Satan“, uscito dopo che nel 2011 il gruppo e’ nuovamente tornato in attività. Quest’ultima parte di carriera ha avuto il suo apice con l’apparizione al Roadburn del 2017 per un set che, a detta di chi c’era, non ha fatto prigionieri. Nel 2018, l’esibizione è diventata un doppio live album intitolato “Never Stop The Madness: The Roadburn Inferno“.

Nel 1999 in Italia Scarlet Records pubblicò una gemma di industrial black metal ovvero l’album di esordio degli Aborym (che dal 2000 al 2005 avranno in line up niente meno che Attila Csihar dei Mayhem), ovvero “Kali Yuga Bizarre” a cui seguiranno altri buoni lavori sino all’ultimo “Shifting.Negative” dove la componente elettronica prende ormai nettamente il sopravvento rispetto agli inizi.

A continuare la tradizione industrial troviamo nel 2018 band come gli svizzeri Borgne che a marzo hanno pubblicato il nuovo “[∞]“, un concentrato di ferocia meccanizzata adatto alle orecchie di pochi.

4. SYMPHONIC BLACK METAL

Come l’heavy metal classico anche il black metal non ha saputo resistere al fascino di arrangiamenti che richiamassero la musica classica, in alcuni casi con l’aiuto di orchestre o cori operistici. Probabilmente soprattutto per motivi di budget, sono prevalentemente alcuni colossi del genere ad essersi lanciati in certe avventure. I maestri Emperor veri padrini del black metal sinfonico o i britannici Cradle Of Filth hanno scritto capolavori con arrangiamenti incentrati sull’uso di tastiere. Il debutto degli inglesi, oggi band molto inflazionata, rimane un classico da conoscere a memoria.

Come detto alcune band hanno letteralmente unito le forze e diviso il palco con vere e proprie orchestre. E’ il caso dei norvegesi Dimmu Borgir che nel 2017 hanno pubblicato “Forces Of The Northern Night“, un live suonato ad Oslo insieme all’orchestra e al coro della radio norvegese.

Oppure dei connazionali Satyricon che nel 2013, hanno registrato “Live At The Opera” con il coro operistico nazionale norvegese. Un esperimento unico nel suo genere e assolutamente ben riuscito.

Insomma, un genere musicale nato come pura espressione di misantropia e nichilismo che entra nei salotti buoni (ma non dimentichiamo che siamo in Scandinavia).

5. SYNTHWAVE BLACK METAL

Se seguite i nostri speciali potreste esservi già imbattuti in band con il pallino per il black metal, lo spazio e i sintetizzatori. Così la fusione con la synthwave diventa realtà e mentre alcuni gruppi lasciano i synth in relativo sottofondo (vedi Mesarthim) altri capovolgono le gerarchie e ci troviamo ad ascoltare tappeti di synth su mantra liquidi elettronici che sovrastano rari blast beat o malinconici mid tempo. Un esempio sono i Basarabian Hills one man band moldava che ha appena pubblicato il nuovo album “Eerie Light Of Fireflies” ascoltabile di seguito.

Oppure gli Abstract Void di cui vi abbiamo già parlato in merito all’ultimo disco.

Nel 2014 la Werkstatt Recordings, etichetta specializzata in musica synth  pubblicò una compilation (oggi sold out), intitolata “Metalwave Compilation – Altars Of Synthness“, in cui alcuni “classici” del metal estremo vengono stravolti in versione elettronica. Tra le altre sono state coverizzate “Freezing Moon” dei Mayhem, “Raining Blood” degli Slayer, “Genital Grinder II” dei Carcass e “Transilvanian Hunger” dei Darkthrone di cui potete ascoltare la resa qui sotto.

Questa contaminazione tra black metal (e il metal estremo in generale) non deve stupire e anzi sembra ormai totalmente sdoganata tanto che ormai artisti con un background molto più elettronico che classicamente metal firmano per etichette come Century Media (GosT), appaiono nei bill di importanti festival di settore (Perturbator) o addirittura sono gli insospettabili produttori di band quali i Deathspell Omega (Carpenter Brut).

6. AVANTGARDE BLACK METAL

Proprio dai francesi Deathspell Omega ripartiamo per citare un altro filone del black metal, l’avant-garde black metal. Anche in questo caso, è impossibile fare un quadro completo in poche righe perché la fetta di band che ha cercato di superare il classico canovaccio fatto di riff zanzarosi e drumming furioso è lunga.

Come già visto per altre influenze, le radici dell’avanguardia sono saldamente piantate nel millennio scorso, quando band norvegesi come  Arcturus o Dødheimsgard (entrambe di base ad Oslo) pubblicano dischi più complessi e suonati rispetto ad altri artisti loro contemporanei: intermezzi strumentali a spezzare le canzoni, arrangiamenti di batteria più complessi, cambi di tempo, brani lunghi con strutture simil-prog ed ecco che nasce l’avant-garde black metal. Per entrambe le band citate la componente avanguardistica è partita leggermente più in sordina per poi diventarne il vero trademark.

Entrambi i gruppi sono ancora oggi attivi; i Dødheimsgard hanno pubblicato l’ultimo “A Umbra Omega” nel 2015 per Peaceville: brani destrutturati, parti recitate, intermezzi jazz, sax e piano, ma stiamo comunque parlando di black metal.

Sempre a Oslo erano di casa i seminali Ved Buens Ende dove non a caso troviamo Vicotnik poi nei Dødheimsgard. La band fece in tempo a pubblicare un unico album, “Written In Waters“, recentemente ristampato in vinile, prima di sciogliersi.

Altro classico degli anni 90 è il debutto degli svedesi Diabolical Masquerade, “Ravendusk In My Heart“, uscito nel 1996. Un lavoro dietro al quale ci sono Dan Swano (produttore e musicista attivo dagli anni 80 e che non dovrebbe avere bisogno di presentazioni) e Anders “Blakkheim” Nyström (oggi con i Bloodbath e i Katatonia).

Con il passare degli anni la componente avanguardistica del black metal si è sempre più allargata per la necessità di trovare nuove forme di espressione. Tra la fine degli anni 90 e gli anni 2000 è cresciuto un manipolo di band francesi tutt’ora in attività: i già citati Deathspell Omega, i Blut Aus Nord e gli Aosoth (forse i più “classici” del trio). Band che con varie sfumature (più industrial noise i Blut Aus Nord, più progressive i Deathspell Omega) hanno pubblicato album ferocissimi e claustrofobici come non se ne sentivano da tempo. Il tutto circondato da un alone di mistero e sprezzante elitarismo. 

Chiudiamo il capitolo avanguardia citando anche l’altra sponda dell’oceano dove gruppi come Liturgy e Krallice (entrambi di New York) stanno forgiando nuove forme di black metal partendo da suoni di chitarra compressi e acidi, totalmente nuovi per il genere, riff dissonanti e ritmiche math-core.  Dopo tre full lenght (di cui l’ultimo “The Ark Work” data 2015), i Liturgy sono al momento in stand by, ma ripescateli se avete orecchie allenate e coraggiose.

7. POST BLACK METAL

Arriviamo al criticatissimo Post Black Metal, malignamente definibile (insieme alla blackgaze) come Hipster Black Metal. A metà anni 2000, il black metal aveva ormai perso la sua aura mistica, almeno per quel che riguardava i grossi nomi e mentre band e addetti ai lavori cercavano di mantenere vivo lo spirito primordiale del genere, alcuni decisero che era il momento di approcciare la materia eliminando la componente satanica (vera o di facciata), il face painting, le croci rovesciate e tutta la simbologia che fino ad allora era conditio sine qua non per identificarsi come black metallari duri e puri. Sono passati tanti anni, ma fa ancora un po’ effetto vedere dei ragazzi “normali” suonare black metal che parla di natura, filosofia, malinconia e solitudine.

Anche la parte musicale e’ stata ovviamente intaccata con atmosfere più dilatate che esitano in brani molto lunghi ricchi di chiaroscuri, senza le chitarre zanzarose, i blast beat forsennati e le produzioni da scantinato tipiche delle prime produzioni . In pratica, le bestie di Satana sono state soppiantate da nerd depressi. 

Una delle perle del genere é “Mammal” degli irlandesi Altar Of Plagues del 2011.

Band come gli islandesi Solstafir sono passate attraverso il post black metal per arrivare oggi sostanzialmente a suonare post rock, ma se non siete troppo oltranzisti la loro discografia è disseminata di perle come l’album “Otta” del 2014.

Il calderone post- contiene veramente tante sfaccettature che spaziano dall’avanguardia alla blackgaze per arrivare sino a band come i Wolves In The Throne Room o i finlandesi Oranssi Pazuzu che fondono black metal e scorribande psichedeliche (consigliatissimi!).

8. BLACKGAZE

Black metal e shoegaze si fondono in questo connubio particolare che ha il suo riferimento principale nel gruppo francese Alcest. Le similitudini con un certo post black metal sono molte: melodie malinconiche che si stagliano su muri di chitarre ed è  soprattutto la voce, monocorde e dolce, a rimandare al mondo shoegaze. Non mancano stacchi veloci dove le due entità finalmente si fondono. La blackgaze ha ha riscosso molto successo al di fuori del ristretto ambito metallaro facendo storcere più di qualche naso, ma ognuno giudica con le proprie orecchie e l’esordio del 2007 “Souvenirs D’un Autre Monde” è a tutti gli effetti un classico a partire dalla celebre copertina.

Ad oggi è quasi superfluo sottolineare che la band post-black metal/blackgaze per eccellenza sono i californiani Deafheaven.  

9. SPIRITUAL BLACK METAL

Una delle contaminazioni più strane (che potremmo anche definire avanguardia o post) è quella proposta dal coraggioso progetto Zeal & Ardor, che ruota intorno alla figura del musicista svizzero-americano Manuel Gagneux dove ai classici riff e al tremolo picking si affiancano momenti di musica gospel/spiritual; se il black metal fosse nato tra i campi di cotone dell’Alabama, forse oggi avremo centinaia di band che suonano così. Invece gli Zeal & Ardor rimangono per ora un esperimento unico ed hanno all’attivo già tre album; l’ultimo “Stranger Fruit” è uscito quest’anno e lo trovate in vinile qui.

10. TRAP BLACK METAL

Se pensavate di aver visto tutto, ecco che arrivano le nuove generazioni di black metallari e mandano in frantumi tre decadi di militanza osando unire la sacra fiamma nera con il rap o la trap. Ecco così il rapper tedesco Grafi alle prese con il suo rap black metal “Stratokumuli“.

Oppure il trapper floridiano Ghostemane che poggia la sua voce su una base elettronica dalle atmosfere nere per poi sfociare in parti più industrial/hardcore. Maglietta dei Darkthrone di ordinanza e i Bathory citati come principale fonte di ispirazione.  Il black metal nel 2018 è arrivato anche qui.

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