Stoner Rock: La Scena di Palm Desert – le origini

Sebbene il nome faccia pensare ad una distesa desertica, Palm Desert è una città di poco meno di 50mila abitanti situata nella Coachella Valley (proprio quella famosa per il festival) a circa un’ora e mezza di auto da Los Angeles e da San Diego. Ovviamente è circondata dal deserto, oltre che da svariati campi da golf.

Negli anni 80 però era una cittadina di poco più di 10 mila abitanti, una sorta di tranquillo residence per bianchi con figli per lo più annoiati dal nulla cosmico che offrivano i dintorni. I ragazzi respiravano l’aria della rivoluzione punk che arrivava da Los Angeles; prima grazie a Germs, X, Dils, Zeros, Fear, successivamente grazie all’impatto veloce e violento di Circle Jerks, Black Flag, Adolescents, Social Distortion, TSOL, Minutemen, Saccharine Trust, Bad Religion. Nella Coachella Valley l’unico gruppo punk attivo erano i Target13 di Mike Bates il quale aveva un negozio di skate a Palm Spring che divenne il ritrovo di giovani ribelli e luogo per organizzare i complicati spostamenti verso Los Angeles.

I giovani del deserto andavano ai concerti punk nella metropoli ma a casa avevano i dischi di Black Sabbath, Slade, Cactus, AC/DC, Jimi Hendrix, Doors, Stooges, Led Zeppelin, Cream, Aerosmith, Blue Cheer, James Gang, Sir Lor Baltimore. Magari anche una manciata di roba da freakettoni come Grateful Dead. Erano provinciali, non vivevano il punk dalla mattina alla sera, ma ne godevano la libertà espressiva e la voglia di fare qualcosa di alternativo.

Tra i primi punk ad accendere gli strumenti ci furono Alfredo Hernandez, Mario Lalli e Scott Reeder che, assieme a Herb Lienau, fondarono i Darkside. Nel 1984 la band partecipò alla colonna sonora di “Desperate Teenage Lovedolls”, che vede la presenza anche di Redd Kross, White Flag, Nip Drivers e Greg Greg che non sono altri che Greg Graffin e Greg Hetson dei Bad Religion ancora in fase art-prog sulla scia del controverso disco “Into The Unknown”. La compilation fu pubblicata da Enigma nel 1984, ristampata nel 1986 da SST e nel 1997 da Sympathy For The Record Industry.

Darkside durarono molto poco, lasciando ai posteri giusto questo brano di heavy-punk il cui stile dei membri è però già in nuce (rallentatela un pelo e avrete un brano alla “Green Machine”). Ma se volete sentire il vero inizio del sound “heavy desert rock” bisogna puntare alla band successiva di Mario Lalli, Scott Reeder e Alfredo Hernandez (qui con Mark Anderson): gli Across The River, fondamentalmente i Darkside senza Lienau.

Perchè furono importanti? Partiamo dai riferimenti facili. I brani “Back To Zero” e “No Mas”, presenti nel leggendario demotape del 1985, saranno registrati dai The Obsessed di Wino per il disco “Lunar Womb” (1991). Un’altra delle loro composizioni (“N.O”) verrà coverizzata dai Kyuss nell’epocale “Welcome To Sky Valley” (1993). In entrambi i casi Scott Reeder era in formazione. Il bassista, inoltre, userà il riff di “Mirage” (1986, mai registrata) nella canzone “Last Day” presente nel disco degli Unida intitolato “The Great Divide” rimasto tristemente inedito a causa di fusioni fra etichette e lo scarso interesse del produttore Rick Rubin. Le poche foto della band li vedono suonare in mezzo al deserto nei famosi generator party.

We weren’t thinking of scenic locations back then, just where we could play without getting busted, .. it’s telling that two of our early jam locations were skate spots (nude bowl, Mecca banks) .. I think the beauty and mystery of the desert didn’t really register with us kids who grew up here… it was just where we lived, worked and played.I’m grateful I see it now I don’t think I’ll ever leave” Mario Lalli su Facebook commenta i bei tempi.

Cosa erano i “generator party”? Semplicemente delle feste clandestine nel deserto dove si riunivano decine di giovani della Coachella Valley a bere, fumare, sballarsi, skateare e a jammare. Il nome deriva dal fatto che gli amplificatori erano alimentati da generatori a benzina. In questi generator party le band si lanciavano in lunghe jam sullo stile delle formazioni psichedeliche anni 60/70 in modo piuttosto similare a quello che stavano sperimentando i membri dei Black Flag nel post-My War. Molti dischi dell’epoca pubblicati da SST erano delle jam fra membri dei Black Flag (Gone, Tom Troccoli’s Dog, SWA): tutti lavori in qualche modo influenti per la nascita dello stoner rock. Anzi, di fatto quei dischi strumentali, psichedelici, freak suonati da punk drogati erano già stoner rock. Esattamente quello che erano anche gli Across The River che, infatti, avrebbero dovuto pubblicare un disco per SST, ma a causa di vari problemi si sciolsero prima di registrare.

Tornando ai generator party, per capire questa tipologia di feste e meeting consiglio la visione di Desolation Center (dedicato ai leggendari concerti organizzati da Stuart Swezey nel deserto Mojave che si svolgevano più o meno nello stesso periodo), 20 Years In The Desert dedicato al Coachella, ma soprattutto Lo Sound Desert, focalizzato proprio sulla scena di Palm Desert.

Terminata l’esperienza Across The River, Alfredo Hernández e Mario Lalli formarono i Yawning Man assieme a Gary Arce e Larry Lalli. La band non pubblicherà niente di ufficiale fino al 2005 (anno di “Rock Formations”) ma tra il 1986 e il 1987 registrò un paio di demo in cassetta, raccolti nel CD “The Birth Of Sol” del 2009. All’interno troviamo una canzone intitolata “Catamaran”, presente anche nel video skate “Gullwing Skateboarding Inside Out”, pubblicato nel 1988, girato tra gli appassionati. “Catamaran” venne reincisa dai Kyuss nell’epocale disco “… And The Circus Leaves Town” (1995). Non fu difficile per loro: oltre a Reeder troviamo anche Alfredo Hernandez alla batteria, che sostituì Brant Bjork nella fase finale della band di Homme e Garcia.

La musica degli Yawning Man è uno stravagante mix di rock, funk, psichedelia e funambolismi strumentali suonati alla maniera dei Minutemen. Musica energica, divertente ma non estrema, adatta sia a punk in botta alcolica, sia a skater in cerca di adrenalina, sia a coppie appartate. Impossibile non amarli.

Negli anni 90 Yawning Man si rinominarono The Sort of Quartet e trovarono casa nella amica SST. Mario e Larry, sempre nello stesso periodo, fondarono i Fatso Jetson con Tony Tornay la cui corposa discografia spazia tra SST, Man’s Ruin, Cobraside e anche parecchie label italiane (Third Conspiracy/Taxi Driver, Subsound, Go Down e Heavy Psych Sounds). Mentre The Sort Of Quartet erano essenzialmente una big band da festa con trombe, tromboni, clarinetti, i Fatso Jetson tirarono fuori le unghie e i riffoni in rocciosi brani hard rock dal forte sapore psichedelico. Inutile dire che qualunque loro lavoro è altamente consigliato.

Mentre Mario Lalli, Scott Reeder e Alfredo Hernandez creavano movimento tra le dune del deserto, i giovanissimi Josh Homme, John Garcia, Brant Bjork e Chris Cockrell prendevano brillantemente appunti. Homme e Bjork formarono gli I.O.D. Autocracy e poi nel 1987 i Katzenjammer con Garcia e Cockrell. Si rinominarono Sons Of Kyuss, nome preso da delle creature del gioco di ruolo Advanced Dungeons & Dragons e, neanche maggiorenni, nel 1989 pubblicarono l’EP omonimo che, sebbene acerbo, mostrava una band da tenere d’occhio. Nel 1990 Cockrell abbandonò il gruppo, sostituito da Nick Oliveri: nascono ufficialmente i Kyuss. La band si mise di buona lena per cementare la propria reputazione, suonando in ogni generator party possibile, affinando il proprio sound concerto dopo concerto. Con questa formazione ottennero un contratto per la Dali e nel 1991 pubblicarono il disco d’esordio “Wretch” che ripescò parecchie canzoni contenute nel demo dei Sons Of Kyuss. Il vero e proprio salto qualitativo avvenne nel 1992 con la pubblicazione di “Blues For The Red Sun”, prodotto dal leader dei Masters Of Reality Chris Goss.

Chris Goss viene erroneamente considerato un “uomo del deserto” grazie alla sua presenza in tantissimi dischi della scena ma nacque nello stato di New York. Nei primi anni 80 allestì un piccolo studio casalingo e dopo vari progetti di stampo elettronico formò i Masters Of Reality, dediti ad un hard rock debitore di Led Zeppelin, Black Sabbath e Cream (nel secondo disco alla batteria è presente Ginger Baker). Vennero scoperti da Rick Rubin ma rimarranno sempre un nome di culto, amati perlopiù dai fan del desert rock proprio per le continue collaborazioni con Homme.

Con la pubblicazione di “Blues For The Red Sun” la credibilità dei Kyuss superò le barriere regionali conquistando critici e amanti della musica heavy-alternativa (ai tempi vennero associati a band come Soundgarden e Tool). Nick Oliveri venne cacciato subito dopo l’uscita dell’album, sostituito da Scott Reeder. Dopo aver firmato per la major Warner, i Kyuss pubblicarono il terzo disco “Welcome To Sky Valley”, monolite sonoro che eguaglia il precedente per intensità e potenza. Al termine del tour promozionale Brant Bjork abbandonò il gruppo, stremato dalla vita in tour, e venne sostituito da Alfredo Hernandez. Tra gli aspiranti al posto ci fu Gene Trautmann, ex The Miracle Workers, che sebbene provò con la band per un paio di settimane non ottenne il posto: Josh si ricorderà di lui più avanti. Con la formazione Homme/Garcia/Reeder/Hernandez pubblicarono il più leggero ma affascinante “And The Circus Leaves Town” ma dopo qualche mese si sciolsero, resisi conto di non aver più niente da dire. L’importanza dei Kyuss va oltre alla definizione stessa di stoner-rock, genere che hanno plasmato a loro piacimento: la loro influenza è ancora viva in ogni parte del mondo. Merito del gigantesco muro di suono di Josh Homme (chitarra con accordatura ribassata, amplificatore da basso e muro di casse), la sezione ritmica sconquassante e la voce da coyote di John Garcia. Kyuss incarnano la musica del deserto, il sogno di giovani punk che ce l’hanno fatta. Senza compromessi, senza pose, senza mosse furbe: la loro leggenda non verrà mai scalfita.

Dopo aver lasciato i Sons Of Kyuss Chris Cockrell fondò i Solarfeast accreditandosi come Vic DuMonte e chiamando vicino a sé Tony Tornay (Fatso Jetson), Nick Nava e Mike Moracha. La band avrà vita breve e pubblicherà solamente l’album “Gossamer” (1995), prodotto e pubblicato da Brant Bjork per la sua El Camino Records.

Brant Bjork suonerà e pubblicherà anche l’unico disco dei De-Con, velocissima band hardcore-punk con Billy Cordell, Brian Maloney (degli Unsound, band hardcore di Palm Desert) e Herb Lienau (ripescato dai primordiali Darkside). La scena non sta ferma e più passeranno gli anni più si espanderà a macchia d’olio, non solo: nuove facce si presenteranno nel polveroso deserto di Coachella.

Le vedremo nel prossimo capitolo, dedicato al Rancho De La Luna!

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