30 anni di Mudhoney: Capitolo 1 – Le origini

I Mudhoney hanno compiuto 30 anni il primo Gennaio. Dal 1988 non hanno perso niente dello smalto iniziale, anzi si confermano come uno dei monumenti viventi del rock! Ripercorriamo la carriera dei loro membri dalle prime esperienze musicali liceali, i primi contratti discografici e gli intrecci che hanno portato alla nascita della band di Superfuzz Bigmuff!!

 

– Le origini musicali : Mr Epp And The Calculations, Green River, Bundle Of Hiss, Melvins.

La storia dei Mudhoney parte da molto lontano, circa nei primi anni 80, quando un giovane Mark McLaughin impallato di new wave e punk si ritrova nei Mr Epp & The Calculations, in realtà la classica band del liceo da cazzeggio (infatti il nome è quello di un docente) che si divertiva a pubblicizzare show ancora prima di essere entrata in sala prove. Scoprendo che la radio  KZAM avrebbe trasmesso qualsiasi band che avrebbe mandato una cassetta, registrarono il brano “The Pigeon in the Fountain Bed” e lo spedirono al dj Stephen Rabow. La band ottenne l’airplay ma furono presentati come “la peggior band del mondo”.  La carriera dei Mr Epp prese quindi forma ufficiale e registrarono una manciata di brani che furono inseriti nel 7″ intitolato “Of Course I’m Happy, Why?” pubblicato da Pravda Records (7″ pollici recentemente ristampato).  Il popolare programma radiofonico Rodney on the Rocks trasmise il brano “Mohawk Man” e la band iniziò a fare sporadiche date. Decisero quindi di reclutare come secondo chitarrista Steve Turner, proveniente dai Ducky Boys, band in cui militava anche Stone Gossard. Da questo momento in poi nacque una delle coppie rock più unite di sempre: l’equivalente grunge di Keith Richards e Mick Jagger. I due si conobbero in realtà ad un concerto dei T.S.O.L. presentati da un comune amico “straight edge”. Quella stessa sera Mark (ormai conosciuto con il cognome d’arte Arm) conobbe anche il futuro chitarrista dei Soundgarden Kim Thayil.

 

 

I Mr Epp durarono ancora poco ma Turner e Arm continuarono a suonare assieme (anche nei Limp Richerds) e decisero di formare una nuova band. Molestarono in mille modi il restio Jeff Ament (che aveva militato negli hardcore Deranged Diction quando stava in Montana) finchè non cedette ad entrare nella band e reclutarono l’ex compagno di Turner negli Spluii Numa Alex Vincent alla batteria  La formazione fu completata con l’arrivo del chitarrista Stone Gossard, ex compagno di Turner nei Ducky Boys. La band è LEGGENDA: i Green River.

 

 

I Green River sono considerati all’unanimità gli inventori del grunge, i primi a trovare una perfetta fusione fra potenza hard rock e sporcizia punk: Come On Down, pubblicato nel 1985 da Homestead ha gettato i semi per la musica che ci terrà compagnia negli anni 90. Ispirato come tanti in quegli anni dalla svolta “lenta” dei Black Flag di My War (vi consiglio l’articolo “Lezione di musica con My War dei Black Flag“) . Non suonava come il doom dei Saint Vitus, non suonava come l’art punk dei Flipper ma era proprio un nuovo modo di suonare il rock. Tempi rilassati, almeno rispetto al dettame punk del tempo, pennate potenti ma non esageratamente macho, voce sgraziata proveniente da chissà dove: da Come On Down presero appunti Skin Yard, Soundgarden, TAD, Melvins e tutti quelli che in futuro avrebbero pubblicato almeno un singolo su Sub Pop.

 

L’anima punk Steve Turner si stufò velocemente delle pose metallare di Gossard e Ament e se ne andò, lasciando per la prima e unica volta orfano Mark, ma con cui continuò a suonare nei deliranti Thrown Ups. Il posto di Steve fu preso da Bruce Fairweather ex compagno di Jeff nei Derenged Diction. Steve tornò mestamente al college.

La band si fece conoscere in tutti gli Stati Uniti nel circuito hardcore ma i capelli lunghi, benchè sdoganati da Black Flag e Meat Puppets, portarono parecchi problemi con il pubblico integralista. In più i tour erano organizzati direttamente dalla band: per cui paga bassa (se c’era), contesti casuali e tanta stanchezza.

Si trovarono ad avere un contratto con la neonata etichetta di Seattle Sub Pop ma ebbero fin da subito a che fare con i problemi economici della label e l’uscita del disco fu ritardata di un anno!

 

Registrato ai Reciprocal Studios da Jack Endino, copertina con scatto fotografico di Charles Peterson, l’EP venne pubblicizzato come “ultra-loose GRUNGE that destroyed the morals of a generation”. Le sonorità erano più “garage”, fortemente ispirate dal punk e da Iggy Pop e gli Stooges. Se dal lato estetico e sonoro dettava lo standard delle future uscite Sub Pop dal punto di vista musicale stava in qualche modo anticipando i Mudhoney pur strizzando l’occhio a sonorità più commerciali e “tamarre”. Il disco racchiude quindi un sacco di anime sul nascere ed è un importante documento “storico”, ma non va trascurato il valore delle canzoni: veri e propri inni del Seattle Sound pre boom.

 

I Green River si sciolsero la notte di Halloween 1987 a causa di differenti vedute sul futuro musicale. Stone e Jeff volevano cercare un contratto major mentre Mark voleva mantenere l’indipendenza. Ma anche l’aspetto sonoro iniziava a stare stretto a tutti: chi voleva sterzare più sull’hard, chi più sul punk.

Stone e Jeff raggiunsero l’amico Andy Wood formando i Mother Love Bone e, dopo la morte di Andy, divennero star di successo formando i Pearl Jam. Mark si riunì con il suo compare Steve Turner e fondò i Mudhoney. Bruce Fairweather andò nei Love Battery.

Sub Pop pubblicò postumo “Rehab Doll” nel 1988.

 

Il disco è l’unico full length della band e vede un sound più artefatto e meno grezzo. Mostra una band sicura dei propri mezzi ma ancora acerba nel modo in cui raggiungere gli obiettivi. Mark urla e scalcia su basi heavy chitarrose già più vicine ai Mother Love Bone che a Iggy Pop. In un certo senso pur essendo lui al centro della copertina è quello più fuori posto.

Sub Pop ristamperà anni dopo il disco in formato CD con l’EP Dry As A Bone.

I Green River si riformeranno anni dopo per il ventennale della Sub Pop in un unico concerto:

 

Steve Turner dopo essersene andato dai Green River tornò al college ma dopo poco sentì il bisogno di suonare in una band “seria”. Si ritrovò così a jammare con il bravissimo batterista Dan Peters, proveniente dai Bundle Of Hiss, eccezionale band che diede poi vita ai TAD:

 

 

 

Mark raggiunse i due e venne infine reclutato al basso Matt Lukin, precedentemente nei Melvins. Matt era il classico bassista esuberante e matto e i Melvins quando si trasferirono a San Francisco lo lasciarono ad Aberdeen. Fu così che Mark, Steve e Dan non se lo lasciarono sfuggire. Matt aveva suonato nel primo disco Gluey Porch Treatments (recentemente ristampato da Ipecac)

 

Steve, Mark, Dan e Matt si diedero un nome: Mudhoney, dal classico film di Russ Meyer.

Il resto della storia nel secondo capitolo.

Un pensiero su “30 anni di Mudhoney: Capitolo 1 – Le origini

Lascia un commento

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: