Sub Pop, 1991: salvi per il rotto della cuffia

Abbiamo visto come il 1990 della Sub Pop sia stato un anno discograficamente interessante da una parte mentre per molti è stato l’inizio della fine: la crisi economica ha portato l’etichetta a cambiare target di mercato finendo per scontentare un po’ tutti. Eppure, la maggior parte dei dischi pubblicati nel 1990 sono da annoverare fra i migliori della label ancora adesso.

Il 1991 iniziò con una buona notizia: la penuria di soldi e il rischio di chiusura furono scongiurati grazie all’accordo con la Geffen e i Nirvana. Nei successivi 3 dischi della band di Kurt Cobain sarebbe dovuto apparire il logo Sub Pop e la label avrebbe guadagnato una piccola percentuale per ogni copia venduta. Mai contratto poteva essere più vantaggioso e fortunato.

Ma, come detto in precedenza, non siamo qui a raccontare la storia della label ma quella dei dischi pubblicati, molto più interessanti dei gossip e degli accordi economici che tormenteranno la compagnia per parecchi anni.

Mudhoney – Every Good Boy Deserves Fudge

Come già raccontato (LEGGI QUI) i Mudhoney si erano momentaneamente sciolti per permettere al chitarrista Steve Turner di riprendere gli studi. Dopo un paio di anni di hype, la stampa inglese si dimenticò di loro mentre la Sub Pop preferiva ignorarli che dovergli scucire i soldi delle royalties. In più Dan Peters era appena stato scaricato dai Nirvana in favore di Dave Grohl. In questo momento difficile si riformarono, registrarono un disco negli studi di Conrad Uno e diedero a Sub Pop un disco più garage del solito. La copertina non ritraeva capelli al vento e sudore volante ma un disegno naif e diedero l’ultimatum alla label: “noi ce ne andiamo, fateci uscire il disco e non vi chiederemo più soldi”. E’ inutile dire che “Everybody” è un gran disco ricco di ottime canzoni e suonato alla grande, con furia, energia e tanta voglia. Qualche mese dopo li sentiremo nel film “Singles” ed esordiranno con la  major Reprise con “Piece Of Cake”. Ma questa è un’altra storia (QUA SE LA VUOI CONOSCERE).

TAD – 8 Way Santa

Altro disco sfigato. Per la copertina dell’album i TAD usarono una foto di una coppietta recuperata chissà dove. Incredibilmente i protagonisti si riconobbero e denunciarono la band. Sub Pop dovette rifare le copertine da capo. All’interno dell’album c’è un brano intitolato Jack Pepsi e indovinate un po’? La Pepsi fece capire di non gradire di essere nominata in un disco dei TAD. Poi c’era sempre quel piccolo problema che Mtv considerava la band inguardabile e non avrebbe mai pubblicato un suo videoclip (lo farà anni dopo grazie ad una comparsata dei Nirvana). In pratica “8 Way Santa” costò molto di più di quanto rese, eppure pur non essendo marcio e marziale come i primi è molto più melodico e ricco di canzoni “grunge”, ovvero ha quel taglio “heavy ignorante” che stava iniziando a far presa sugli adolescenti del tempo. Incredibilmente anche per i TAD fu l’ultimo disco per la label di Seattle: grazie al boom post-Nevermind firmarono anche loro per una major.

Rein Sanction ‎– Broc’s Cabin

Rein Sanction saranno sempre una band di culto apprezzata da pochi. Non stupisce il perchè: non hanno la physique du role, non provengono da Seattle (ma dalla lontana Jacksonville, Florida) e non hanno dei singoloni dalla loro. Eppure per qualche imprecisato movito si ritrovano nella Sub Pop e ne diventano uno dei segreti meglio mantenuti. Chitarre urlanti tra Screaming Trees e Dinosaur Jr, sezione ritmica cavalcante e pulsante, voce sognante. Ci vogliono un po’ di ascolti per capirli e trovarli affascinanti, poi non te li levi più di dosso. Adatto ai freakettoni psichedelici.

Beat Happening – Dreamy

I Beat Happening vengono da Portland e ne rappresentano la parte più hipster e indie, stereotipo che hanno contribuito ad inventare. Estetica nerd, registrazioni lofi, attitudine scazzata ma colta. Praticamente tutti i loro dischi furono stampati dalla K Records, facente capo a Calvin Johnson, vero e proprio leader della scena, riconoscibile dal il pubblico che si vestiva con i maglioncini anzichè le camicie di flanella. “Dreamy” esce su Sub Pop e vede i soliti ingredienti del gruppo: basi minimali tra Velvet Underground e Young Marble Giants, voce baritonale di Calvin e fanciullesca di Heater. Qui ci sono i riverberi della produzione di Steve Fisk. Sicuramente la cosa più lontana dai pettorali macho di Chris Cornell.

Seaweed – Despised

Partiti come clone dei Mudhoney i Seaweed hanno via via trovato una loro strada attraverso l’hardcore emozionale degli Squirrel Bait e dei Rites Of Spring. Provenienti da Tacoma hanno pubblicato i primi singoli per Leopard Gecko, K e Merge arrivando finalmente a Sub Pop con “Despised”, registrato ai Reciprocal Studio da Jack Endino. Una band da amare se si è cresciuti con Husker Du, Soul Asylum e tutta la prima scena emocore. “Despised” non è il migliore disco della band ma un ottimo biglietto da visita.

Das Damen – High Anxiety

Das Damen provengono da New York e hanno nel curriculum un paio di dischi per SST, uno per Twin Tone e uno per City Slang. Finiscono la loro carriera con questo EP per Sub Pop che contiene 5 gemme power pop / alternative rock. 

Truly – Heart And Lungs

Altro EP imprescindibile. I Truly sono un trio formato dal cantante e chitarrista Robert Roth, Hiro Yamamoto, ex bassista dei Soundgarden, e Matt Pickerel, ex batterista degli Screaming Trees. Come la maggior parte delle “super band” nate a Seattle anche loro sono da non perdere. In “Heart And Lungs” la band ci offre quattro brani di grunge psichedelico, vagamente alla Screaming Trees e, per certi versi, anticipatore di alcune intuizioni dei Queens Of The Stone Age. La band pubblicherà nel 1995 il fondamentale “Fast Stories From Kid Coma” (su Capitol), album che non può mancare nella collezione di ogni amanti della buona musica.

Best Kissers In The World – Best Kissers In The World EP

Best Kissers In The World, da Phoenix, pur avendo un nome terribile, riuscirono a strappare un contratto con la MCA e pubblicare ben tre album. L’esordio però lo fecero con la Sub Pop (merito forse della presenza al basso di Danny Bland, in precedenza con Cat Butt e Dwarves) con questo EP omonimo. La formula della band non è niente male e mostra già una certa visione “alternative rock” matura, proiettata agli anni 90. Per chi ama i caschetti power pop una band da non perdere.

Earth – Extra Capsular Extraction

Se ai tempi i Melvins stavano sperimentando tentativi di proto drone con riff ripetitivi e cupi, gli Earth di Dylan Carlson decisero di andare oltre. “Extra Capsular Extraction” ripesca tre brani dal demo dell’anno prima, le due parti di “A Bureaucratic Desire for Revenge” (nella seconda appare Kurt Cobain) e “Ouroboros Is Broken”. Probabilmente per la Sub Pop mettere sotto contratto gli Earth fu un tentativo di mantenere rapporti con Kurt perchè non si spiega altrimenti come i due capoccia potessero trovare interessante la proposta degli Earth. A meno che non fossero degli illuminati, cosa che non mi sentirei di escludere a priori. L’approccio della band è sfiancante, estremo, fastidioso, unico nel suo genere e solo dopo anni verrà capito e sdoganato. Con questo disco nasce il drone-metal.

SE VUOI SAPERNE DI PIU’: EARTH – GUIDA RAGIONATA AL FRASTUONO PIU’ ATROCE.

The Walkabouts – Scavenger

Quando Pavitt fondò la Sub Pop come fanzine, il suo obiettivo fu quello di testimoniare le scene musicali intorno al mondo e di divulgarne le differenti identità musicali. Ecco quello che rende Sub Pop interessante ancora oggi: il continuare a sondare il terreno e cercare sonorità mai scontate e banali, anche rischiando sulla propria pelle. I The Walkabouts sono una delle band del cuore della Sub Pop, avendo pubblicato quasi tutti i dischi per loro e  per la consociata europea Glitterhouse. Eppure non c’è band più lontana dai gusti del pubblico medio della label: il loro è un folk gentile ma appassionato, un po’ jingle-jangle, un po’ paisley, un po’ wave ma altamente riconoscibile grazie alla costante armonia fra le voci di Chris Eckman e quella di Carla Torgerson. “Scavenger” fu anticipato dall’EP “Where The Deep Water Goes”.

Dwarves ‎– Thank Heaven For Little Girls

Dalla gentilezza romantica dei Walkabouts passiamo alla rozzezza dei Dwarves che nei quattordici minuti di Thank Heaven For Little Girls ci sparano in faccia odi a Satana, alle ragazzine e a serial killer vari. 14 minuti fra il punk rock demente alla Ramones, i riff quadrati degli Stooges, il garage degli anni 60 e l’hardcore americano degli 80. Non un capolavoro come il precedente “Blood Guts & Pussy” ma un album comunque irrinunciabile per gli amanti della band e di certe sonorità deviate, figlie di GG Allin.

Green Magnet School – Blood Music

Uscito a cavallo tra il 1991 e il 1992 “Blood Music” è il disco d’esordio dei bostoniani Green Magnet School, nome di culto per i grungettoni ultra nerd. La band, infatti, racchiude parecchi ingredienti per gli amanti del genere: la voce grattata e pigra del cantante  Tim Shea, le chitarre acide, rumorose e ricche di effetti, sempre in movimento, i rimandi sonori a certo dark industrial come i Killing Joke, l’attitudine scazzata. Pur avendo le carte per sbancare non guadagneranno mai grandi consensi finendo al massimo a fare da spalla a maestri come Flaming Lips, Sonic Youth, Lemonheads, Dinosaur Jr. Un vero peccato.

Come – Car EP

Pubblicato in origine come 7″ per il Singles Club viene arricchito di un brano per formare un EP di tre pezzi. Citiamo questo EP in quanto esordio assoluto dei bostoniani e unica loro uscita su Sub Pop. Dopo questo mini troveranno casa presso la Matador Records. I Come sono formati da Chris Brokaw, che troviamo anche nei Codeine, la cantante Thalia Zedek, Sean O’Brien e Arthur Johnson. Il loro sound è un alternative rock, un po’ blues, un po’ emo, un po’ noise molto personale. Nella loro carriera pubblicheranno quattro ottimi album, tutti su Matador Records.

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Abbiamo citato il Singles Club e probabilmente ce ne occuperemo in futuro. Nel 1991 furono parecchie le uscite della collana di singoli in 7″ limitati: Shonen Knife, Urge Overkill, Nirvana, Fluid, Mecca Normal, Gories, Gorilla, Come e un tributo ad Alice Cooper con Sonic Youth, Laughing Hyenas, Gumball e These Immortal Souls.

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