Stoner Metal: i migliori 20 dischi degli anni 90

Non è facile incasellare lo stoner metal, un genere che nel suo insieme include doom, sludge, psichedelia e tanto Black Sabbath. Esattamente come lo stoner rock è musica ibrida che si muove a cavallo di altri sotto-generi. Non troverete quindi inclusi i gruppi puramente doom come The Obsessed sebbene siano fondamentalmente i papà del genere ma troverete i Cathedral che sono più variegati. Si parla comunque di confini labili e se la lista fosse più lunga probabilmente avrebbe trovato spazio di tutto e di più. Ci sono dischi che potevano stare in questa lista ma sono finiti in quella “rock” (esempio Acrimony) e probabilmente dischi che potevano essere di là e non di qua. Un consiglio: togliete il paraocchi e godetevi tutto come fosse un amico che vi passa una canna. O siete di quelli che rispondono “eh ma non so da dove provenga, passo“?

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1 ) Sleep – Jerusalem (1998, Rise Above)

“Jerusalem” è IL disco monumentale del doom metal psichedelico, un autentico monolite di come dovrebbe suonare il genere. Un brano solo di 52 minuti nella prima tiratura e di 63 minuti nella versione espansa chiamata “Dopesmoker“. Non esiste un disco più icononico di questo: copertina (in realtà ne esistono tre in base alle versioni ma tutte sono eccellenti), musica e testo sono a livelli stellari. Talmente enorme che l’etichetta che doveva pubblicarlo cacciò gli Sleep dal proprio roster contribuendo allo scioglimento del trio. Ma è un disco che è cresciuto di popolarità anno dopo anno cementando un sound che è diventato genere. Se dovete spiegare a qualcuno cosa è lo stoner metal legatelo ad una sedia, fate play e lasciate agire. Se supererà la prova sarà dei nostri.

2 ) Electric Wizard – Come My Fanatics (1997, Rise Above)

Con l’esordio omonimo del 1994 gli inglesi Electric Wizard presero i Black Sabbath di Masters Of Reality e li trasformarono in un vero e proprio sotto-genere. Ma è con il secondo “Come My Fanatics” che trovarono il sound personale “Electric Wizard”: gigantesco, esagerato, lento, sporco, deviato e drogato. Jus Oborn, Tim Bagshaw e Mark Greening riversano sull’ascoltatore riff putrescenti senza pietà scardinando il normale senso di musica psichedelica fino a quel momento. E’ come se il rock avesse guadagnato altre tacche di volume e distorsione dopo il “10”.

3 ) Goatsnake – Goatsnake I (1999, Man’s Ruin)

Prendete la sezione ritmica dei The Obsessed (Guy Pinhas e Greg Rogers), aggiungete il cantante degli Scream e dei fantastici Wool Pete Stahl e buttateci i riff di Greg Anderson, futuro Sunn O))) e fino a quel momento chitarrista di Engine Kid. Ne viene fuori un meraviglioso sound che parte dai Black Sabbath ma a cui viene aggiunto soul, psichedelia e groove. Impossibile stare fermi ascoltando i Goatsnake, impossibile non cantare le loro canzoni. E’ come se i Kyuss avessero deciso di fare un viaggio in Harley Davidson per andare al mare e sacrificare qualche capra a Satana.

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4 ) Orange Goblin – Time Travelling Blues (1998, Rise Above)

E a proposito di Kyuss in Harley Davidson impossibile non citare “Time Travelling Blues” degli Orange Goblin, secondo disco di una discografia praticamente perfetta. La band prende la formazione di Palm Desert e gli butta sopra una bella dose di riff heavy metal / doom suonati con grinta e voglia di spaccare. Un disco meraviglioso dal primo all’ultimo brano, suonato con classe e arrangiato con una sana dose di arroganza metallara.

5 ) Cathedral – The Carnival Bizarre (1995, Earache)

Dopo due dischi più doom oriented i Cathedral di Lee Dorian vedono la luce con una formazione stellare completata da Brian Dixon e Leo Smee oltre che dai fondatori Lee Dorian e Garry ‘Gaz’ Jennings. Groove e psichedelia aumentano a dismisura così come la fruibilità. E’ il disco del successo grazie al mitico singolo “Hopkins” ma anche ad una qualità generale da 10 e lode. Impossibile resistere al bizzarro carnevale.

6 ) Down – NOLA (1995, Elektra)

Nei primi anni 90 Jimmy Bower (Eyehategod), Todd Strange (Crowbar), Kirk Windstein (Crowbar), Pepper Keenan (Corrosion Of Conformity) e Phil Anselmo (Pantera) passano del tempo a New Orleans a jammare e a registrare dei demo per il semplice piacere di farlo. Alcune loro cassettine anonime fanno il giro del mondo finché scoperto il giochino il pubblico vuole un vero e proprio disco. Ecco qua “NOLA” uno dei pochi album suonati da un supergruppo in cui il risultato è esattamente la somma delle parti. Sludge + doom + groove + una quantità di canne d’erba infinita = uno dei migliori dischi stoner metal di sempre. Al di là del singolo “Stone The Crow” che manda in cantina le ballad grunge del periodo, non c’è un brano che non sia iconico, un riff che non sia spettacolare. Gli altri loro lavori sono decisamente meno interessanti ma questo è degno di entrare nel pantheon dei migliori dischi di tutti i tempi.

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7 ) Acid King – Busse Woods (1999, Man’s Ruin)

Prendete il suono degli Sleep e mettetegli sopra una voce femminile e avrete gli Acid King di Lori S (ai tempi moglie di Dale Crover, qui presente come ospite), praticamente i genitori dei Windhand. Chitarra saturissima, tempi pachidermici, assoli desertici: “Busse Woods” è uno dei segreti meglio nascosti dello stoner metal. Se volete sentire aria calda uscire dalle casse procuratevi “Busse Woods”.

8 ) Sons Of Otis – Spacejumbofudge (1996, Hypnotic)

I canadesi Sons Of Otis sono tra i grandi nomi dimenticati del genere sebbene abbiano continuato a pubblicare dischi. Però l’esordio “Spacejumbofudge” se lo ricordano tutti coloro che lo hanno ascoltato: una gigantesca colata lavica di riff ribassati accompagnati da assoli spaziali e tempi pachidermici. Se invece del deserto amate lo spazio “Spacejumbofudge” è perfetto per i vostri viaggi interstellari. Ma ricordatevi che nello spazio nessuno potrà sentirvi urlare!

9 ) Corrosion Of Conformity ‎- Deliverance (1994, Columbia)

Chi l’avrebbe mai detto che uno dei migliori gruppi hardcore / crossover degli anni 80 sarebbe diventato negli anni 90 uno degli alfieri del metal alla Black Sabbath? E’ bastato che Pepper Keenan prendesse le redini dei Corrosion Of Conformity per trasformarli radicalemente e lanciargli nello stardom con un sound che prende dai riff di Tony Iommi e lo mescola con lo stoner, lo sludge e il southern rock; formula che venne persino copiata dai Metallica di Load e Reload (non che sia un complimento, ma è per capire quanto furono influenti). Il videoclip di “Albatross” andò persino in heavy rotation su MTV.

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10 ) Alabama Thunderpussy – Rise Again (1998, Man’s Ruin)

Abbandonati gli Avail, Erik Larson impugnò la chitarra e fondò gli Alabama Thunder Pussy; praticamente l’unione fra i riffoni sludge dei Melvins e l’anima sudista dei Lynyrd Skynyrd come confermato dall’iconico artwork (poi cambiato nelle ristampe) di Frank Kozik in cui zombie vestiti da soldati confederati partono all’attacco! La band rimarrà sempre un piccolo culto per pochi ma la grandezza di questo disco (e anche dei successivi) andrebbe goduta da tutti.

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11 ) Spiritual Beggars – Another Way To Shine (1996, Music For Nations)

Mentre i Carcass spingevano per un death metal con forti componenti hard rock (periodo Heartwork) il chitarrista Michael Amott decise di sfogarsi con un nuovo progetto dedicato ad un sound heavy rock psichedelico. Si mise a scrivere riffoni grassi e psichedelici e nacquero gli Spiritual Beggars, reclutando alla voce il formidabile Spice (in futuro anche nei Mushroom River Band, poi Band Of Spice). “Another Way To Shine” è il secondo disco e il primo per Music For Nations.

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12 ) Spirit Caravan ‎- Jug Fulla Sun (1999, Tolotta)

Come già detto non ho inserito The Obsessed perchè più “doom” che “stoner” ma rientra pienamente nella lista il gruppo successivo di Wino, ovvero gli Spirit Caravan. E il progetto Spirit Caravan è proprio una versione più light della band madre, formata sull’onda dell’entusiasmo di un sound che stava andando in voga. A pubblicarlo fu la Tolotta del bassista dei Fugazi Joe Lally! Se amate Wino e vi manca questo progetto rimediate al più presto!

13 ) Sheavy – The Electric Sleep (1998, Rise Above)

Ci sono stati anni in cui ogni cosa uscisse dall’etichetta Rise Above di Lee Dorian andava comprata a prescindere. Ve ne sarete accorti: in questa lista parecchi dischi fondamentali sono usciti da lì. E da lì peschiamo anche i meravigliosi Sheavy, canadesi nati come tribute band dei Kyuss con il fantasioso nome di “Green Machine”. Kerrang definì il disco come “il miglior disco dei Black Sabbath degli ultimi 25 anni” e questa descrizione rende bene il contenuto del disco e la sua qualità. Certo, negli ultimi anni abbiamo sentito tanti dischi che imitano Ozzy e company ma questo si conserva ancora bene.

14 ) Terra Firma – Terra Firma (1998, Steamhammer)

Christian Linderson fu il cantante dei leggendari Count Raven e nel controverso “S.O.D.” dei Saint Vitus, assieme ad alcuni musicisti svedesi fondò i Terra Firma uno dei tanti progetti che si ricordano solo chi ha vissuto quegli anni. La band, infatti, ebbe vita breve e pubblicò solo due album. “Terra Firma” è il primo ed è un onestissimo disco di stoner metal doomeggiante che potrebbe piacere anche ai fan del retro rock alla Witchcraft.

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15 ) Sixty Watt Shaman – Ultra Electric (1998, Game Two)

Volete del groove sporco e ciccione? Eccovi i Sixty Watt Shaman che si infilano con prepotenza nella categoria boogie-stoner-metal tipo Alabama Thunderpuyssy, Down, risultando come una versione molto più heavy dei Clutch e meno sludge degli Acid Bath. Peccato per la copertina orrenda degna di un gruppo rockabilly che probabilmente ha tenuto lontano i curiosi perchè il disco è una mina dall’inizio alla fine.

16 ) Scissorfight – Balls Deep (1998, Wonderdrug)

Scissorfight vengono dal New Hampshire e hanno raggiunto lo status di culto negli anni 2000 grazie ad uno split con i Cave In e la pubblicazione di alcuni dischi per la Tortuga, sussidiria della Hydra Head. Che è come dire: li conosciamo in 5. Il motivo del fatto che non se li sia mai calcolati nessuno è che sono un gruppo decisamente strampalato difficile da incasellare. Però i riffoni ribassati e gli assoli psichedelici ci sono, tanto basta per segnalarveli in questa lista. Però sappiate che hanno un suono tutto loro: ovviamente non è un difetto. Se cercate i Kyuss rivolgetevi altrove, qui siamo più nella follia trasversale dei Melvins.

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17 ) Nightstick ‎– Blotter (1996, Relapse)

Volete conoscere una band che diventerà la vostra preferita di sempre? Eccola qui! I Nightstick sono formati dal batterista dei Siege Robert R. Williams e sono un trio di buffi devoti alla droga e alla musica pesante. Immaginate un mix fra le band anti-hardcore anni 80 come Flipper, Butthole Surfers, Scratch Acid, lo sludge anni 90 di Melvins, Eyehategod e la psichedelia anni 60 di Pink Floyd e 13th Floor Elevators. Ma non sarete vicini al delirio che troverete nei tre dischi pubblicati da questi alieni che purtroppo hanno lasciato il mondo musicale troppo presto.

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18 ) The Want – Acid Millenium (1997, Mack Daddy)

Il disco in questione è parecchio difficile da trovare ma sappiate che trovate tutto quello che c’è da avere dei The Want in “Greatest Hits Volume 5” pubblicato da Southern Lord nel 2000. Il quartetto è un bel ponte sonoro fra gli anni 70 hard rock e i riffoni doom-sludge degli anni 90 ed è incredibile come non abbia riscosso il benchè minimo interesse. Se amate i brani “doom” dei Soundgarden date un ascolto ai The Want.

19 ) Godspeed – Ride (1994, Atlantic)

I Godspeed esordirono con un album sulla lunga distanza direttamente su Atlantic ma si bruciarono praticamente subito. Qualcuno se li ricorda per la partecipazione alla fondamentale compilation tributo ai Black Sabbath “Nativitiy In Black” ma si può dire che non abbiano lasciato altre tracce di sè. Peccato perchè erano un ottimo ponte sonoro fra il grunge più heavy (alla Soundgarden) e l’alternative metal (Rollins Band / Warrior Soul / Kyuss). Il loro approccio era bello metalloso ma allo stesso tempo devoto agli anni 70. Fondamentalmente non erano tanto lontani dai Corrosion Of Conformity del periodo. Dopo lo scioglimento del gruppo il bassista Chris Kosnik entrerà negli Atomic Bitchwax mentre il chitarrista Tommy Southard formerà i Solace, di cui vi consiglio di procurarti l’ottimo “Further” (2000).

20 ) High On Fire ‎– The Art Of Self Defense (1999, Man’s Ruin)

La lista inizia con gli Sleep e inevitabilmente finisce con gli High On Fire del chitarrista Matt Pike che con “The Art Of Self Defense” costruiscono il perfetto ponte fra il metal e lo stoner grazie a riffoni grassi e violenti intervallati da momenti più doomeggianti e splendidi assoli psichedelici. “10,000 Years” ha il suono degli Sleep incazzati, “Blood From Zion” ne è la versione al triplo della velocità. In futuro la band virerà su territori più underground metal alla Celtic Frost / Motorhead ma qui si sente ancora forte l’influenza della band precedente di Pike.

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Redazione

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