90 Album Alternative Metal usciti nel 1990
A cura di Massimo Perasso
Continuiamo il nostro viaggio sulle evoluzioni del rock con la seconda parte dedicata alle origini dell’alternative metal. Dopo avervi narrato la nascita nel precedente speciale è il momento di affrontare il primo anno di transizione: il 1990, raccontato attraverso 90 dischi.
Il 1990 non sarà stato un anno sorprendente come il precedente nè come il successivo (anzi i successivi fino almeno al 1994) ma segna alcuni cambiamenti importanti che porteranno il metal a mutare parecchie forme, diventando un linguaggio ideale per sperimentare nuove idee e nuovi linguaggi. Dopo l’abbrivio di Faith No More e Red Hot Chili Peppers spuntarono decine di band “Funk Metal”, molte delle quali non riuscirono a durare più di uno o due dischi. Ma il linguaggio “black” fatto di basso slappato e voce rappata contaminò tutte quelle band “hard & heavy” (come si usava dire) che vollero esplorare un nuovo percorso sonoro e lo troveremo anche in poche coraggiose band thrash metal, progenitrici del nu-metal che verrà 10 anni dopo.
L’industrial divenne molto più pesante e “chitarroso”, abbracciando forme di espressione molto meno sintetiche, complice il successo di Nine Inch Nails e Ministry. Il grunge iniziò a bussare alle porte sebbene non come lo conosceremo l’anno successivo ma in forme metallose e piuttosto rustiche (Skin Yard, Mother Love Bone, Gruntruck, Alice In Chains); stoner, sludge e doom iniziarono a farsi avanti con forza e lentezza.
I Pantera posarono la pietra per il futuro del metal con l’album “Cowboys From Hell”, dopo anni di innocui dischi glam rock. In più, dopo il sorprendente successo dei Metallica con la ballad “One” (da …And Justice For All) molti dischi del genere si giocarono la carta del momento strappalacrime per guadagnare air play, altrimenti negato ad un genere “troppo aggressivo per le radio”.
In tutto questo i trve metallari erano distratti dal thrash, dal power e dallo speed e dal nascente death metal, mentre le band “glam” e “hair metal” iniziarono pian pianino a sparire dopo la sbornia di Motley Crue, Guns N’Roses, Poison, Skid Row e dei numerosi epigoni. Iron Maiden pubblicarono il deludente “No Prayer For The Dying”, Megadeth il capolavoro “Rust In Peace”, Slayer “Seasons In The Abyss”, Anthrax “Persistence Of Time”, Testament “Souls Of Black”, Judas Priest “Painkiller”, AC/DC “The Razors Edge”, mentre la critica metal si fece conquistare da “Empire” dei Queensryche grazie alla convincente fusione fra metal classico e progressive.
Ora è facile parlarne e celebrare certe band ma, ai tempi, i generi erano ben definiti e spesso in lotta fra loro: bastava una nota di basso slappata in un disco thrash per far gridare al tradimento legioni di “true metaller” (una vittima furono, per esempio, i Death Angel con il terzo disco) e un sampler elettronico per essere definiti “false metal”. Molti di questi dischi hanno subito i peggiori insulti dal pubblico purista tra le pagine della posta delle riviste dell’epoca, boicottaggi e snobismo. Ecco perchè li definiamo “alternativi”, nome che, conquistando via via visibilità diventerà simbolo della prima parte della musica anni 90 e finendo per diventare il mainstream di riferimento, almeno per una manciata di anni. Queste band erano alternative per natura, non per scelta, nè per moda. Anzi.
In questa corposa lista sono inclusi tutti quei dischi che segnano un passo in avanti (o di lato, sicuramente non indietro) del genere metal, spostando il baricentro della violenza pura in favore di stravaganze assortite. Qualche disco è stato inserito un po’ a forza, altri sono rimasti fuori: non essendo un genere con dei confini ben precisi è inevitabile fare scelte arbitrarie dettate dall’opinabile gusto personale. Nei quasi 100 dischi selezionati troverete scelte ovvie e tanti dischi che sono stati dimenticati dal tempo: lo scopo è di stimolarvi nell’ascolto e nella ricerca.
Buona lettura!