Stoner Rock: il post-Kyuss di John Garcia

Abbiamo visto che dopo lo scioglimento dei Kyuss, Josh Homme prima andò a Seattle a suonare la chitarra ritmica negli Screaming Trees poi nel deserto a riassaporare la magia delle jam sessions fra amici. John Garcia, invece, provò a portare avanti la purezza del suono di Palm Spring in svariate band, tutte purtroppo che non raggiungeranno mai la celebrità dei Kyuss.


Dopo che per un pelo non divenne il cantante dei Karma To Burn, nel 1996 formò gli Slo Burn con Chris Hale (chitarra), Damon Garrison (basso) e Brady Houghton (batteria), musicisti non molto noti ma che rimarranno nel “giro Garcia” (li troveremo nei suoi lavori da solista), e si chiuse ai Sound City Studios con il fidato Chris Goss. Ne venne fuori un promo di 9 pezzi, di cui solo 4 verranno pubblicati ufficialmente nell’EP “Amusing The Amazing” (1997). Il suono del disco viene accolto positivamente dai fan che ancora adesso lo ricordano con piacere come ottimo proseguo della carriera dei Kyuss: la maggiore semplicità delle composizioni mise in luce la voce di John, decisamente ispirata e in forma. Slo Burn si sciolsero dopo aver suonato in alcuni importanti festival (Dynamo, Ozzfest) e si riformarono nel 2017 per una manciata di date.

Nel 1998 Garcia preparò il debutto della sua nuova band: Unida, formati assieme a Arthur Seay, Miguel Cancino, Dave Dinsmore. Dave era compagno di Brant Bjork nei LAB (praticamente un rip-off dei B’last) mentre Arthur e Miguel li troveremo anni dopo negli House Of Broken Promises. Questa formazione registrò lo split con gli svedesi Dozer intitolato “The Best Of Wayne-Gro / Coming Down The Mountain”, uscito per Meteorcity nel 1998 e l’eccellente “Coping With The Urban Coyote” pubblicato nel 1999 da Man’s Ruin. La band è in tiro e sciorina riff su riff uno dietro l’altro, semplici ma di grande impatto e la voce di Garcia rende tutto “desertico”.Questo è rock. Anzi: 100% desert rock.

Dave lasciò la band e venne sostituito da Scott Reeder, bassista dell’ultima formazione dei Kyuss. Dopo la sbornia degli anni 90 nel 2000 le major non avevano grandi rock band nei propri roster: molte si erano sciolte, tante erano poco appetibili, tantissime erano tornate indipendenti. Proprio le due principali creature post-Kyuss erano le più indicate per rinforzare i ranghi e far tornare il rock in classifica: i Queens Of The Stone Age firmarono per Interscope mentre gli Unida per American Recordings di Rick Rubin. Se la scelta di Josh Homme si rivelò decisamente lungimirante, quella di John Garcia fu terribile. Non per colpa sua: dopo aver registrato il disco la label passò di proprietà da Sony a Island. Il problema è che alla Island non interessavano minimamente gli Unida e bloccò l’uscita del disco. Passarono i mesi ma la situazione non si sbloccava: Unida avevano perso il treno. Alla band non restò che far circolare il disco come bootleg da distribuire ai concerti (intitolato For The Working Man, The Great Divide o El Coyote, dipende dalle versioni). Ma senza supporto della label e senza un disco da promuovere non gli rimase che sciogliersi, proprio mentre lo stoner rock iniziava ad essere nelle copertine di NME. Peccato perchè il disco è un piccolo capolavoro: ottima registrazione, ottimi riff (Scott Reeder ripescò addirittura quello di “Mirage” della sua prima band Across The River) e band in forma. Non è ruffiano come i QOTSA e questa “piccola” differenza lo consegna ai tanti dischi perduti del rock.

John proseguì ad ululare alla luna come un coyote e nel 2000 avvenne una magia che molti non hanno notato. Nel primo disco dei Mondo Generator “Cocaine Rodeo” di Nick Oliveri si riuniscono i Kyuss: nel brano “Simple Exploding Man” troviamo Nick al basso e voce, Josh Homme alla chitarra, Brant Bjork alla batteria e John Garcia ai cori.

Quando nel 1998 il produttore Dandy Brown decise di formare la propria band chiamò il batterista degli Afghan Whigs e grande amico Steve Earle. In quel periodo John Garcia fu ospite di un brano del disco omonimo dei Supafuzz prodotti da Dandy e in studio gli parlò del suo nuovo progetto. Nacquero così gli Hermano. La band pubblicò il primo disco “…Only A Suggestion” nel 2002 per la Tee Pee Records, seguito da “Dare I Say” (Suburban, 2004) e “…Into The Exam Room” (Suburban, 2006).

Sono dischi meno “di impatto”, più di scuola alternative rock ma non mancano i brani “pestoni”. Il progetto piacerà meno rispetto a Slo Burn e Unida ma andrebbe fortemente rivalutato.

Tra un disco degli Hermano e l’altro, Dandy Brown fondò e produsse l’Orquesta Del Desierto, sorta di risposta alle Desert Sessions di Josh Homme con ospiti Alfredo Hernandez, Mike Riley, Mario Lalli e Pete Stahl registrato al Rancho De La Luna. Inutile dire i due capitoli (pubblicati nel 2002 e nel 2003) sono un must-have per ogni fan del deserto.

Dandy e John riuniranno le proprie strade nel debutto omonimo di Garcia, pubblicato da Napalm nel 2014. Se amate Dandy vi interesserà sapere che ha pubblicato l’esordio solista omonimo nel 2018 per Taxi Driver e “Palmyra” a nome The Fizz Fuzz (con la moglie Dawn) nel 2020, sempre per Taxi Driver (ascoltabili ed ordinabili entrambi qui e qui).

Dopo il relativo fallimento di ogni progetto (d’altra parte lo stoner rock è un affare per pochi e i Kyuss godettero ancora dell’industria discografica rock del periodo grunge/alternative) John preferì concentrarsi nella sua attività di veterinario e fare da ospite nei dischi altrui. Mediamente viene reclutato da band di area rock (es Danko Jones, Orange Goblin, Karma To Burn) ma una inaspettata collaborazione sarà quella di maggiore successo: quella con la band elettronica The Crystal Method per il brano “Born Too Slow” da cui verrà estratto anche un videoclip.

Nel 2010 mise in piedi il progetto Garcia Plays Kyuss essenzialmente per esibirsi dal vivo senza grossi sforzi. La prima data fu al Roadburn e l’ultima all’Hellfest dove venne raggiunto sul palco da Brant Bjork e Nick Oliveri. Da questa reunion prenderà forma il progetto Kyuss Lives! dove al posto di Josh Homme troviamo Bruno Fevery. Dopo aver girato i palchi di mezzo mondo con questo progetto revivalistico Josh Homme (spalleggiato da Scott Reeder) decise di far causa alla band per l’uso improprio del nome Kyuss. Il progetto si rinominò Vista Chino e dopo alcuni cambi di lineup realizzerà il discreto disco “Peace” (2013, Napalm Records).

Terminata l’esperienza Vista Chino a causa di scazzi fra i vari membri, John Garcia chiamò un po’ di vecchi amici e realizzò il suo esordio solista omonimo (Napalm Records, 2014) a cui faranno seguito “The Coyote Who Spoke In Tongues” (Napalm Records, 2016) e “John Garcia And The Band Of Gold” (Napalm Records, 2019).

Nel 2016 Gary Arce dei Fatso Jetson organizza la sua personale “desert sessions” a nome Zun. Della partita sono Bill Stitson (Yawning Man), Mario Lalli, Sera Timms (Black Math Horsemen), Robby Krieger (The Doors) e John Garcia. Il debutto, intitolato “Burial Sunrise” (Small Stone, 2016) è un bel trip lisergico:

John rappresenta l’anima più pura del Kyuss-pensiero, quella più testarda e meno propensa ai calcoli. Con la sua caratteristica voce riesce a trascinare l’ascoltatore nel deserto qualsiasi sia la base sonora. E se ne è anche un po’ il limite è certamente una sicurezza. Se sei nel deserto, al buio e hai perso ogni riferimento ascolta il coyote ululare: è John Garcia che ti sta aiutando.

Hai perso qualche capitolo? Ecco dove siamo arrivati:

Lascia un commento

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: