Ho sentito dire che tutti i loro dischi fanno schifo! – Guida alla discografia dei Nofx

di Alberto Canale

1985 – 1988 I primi Ep e Liberal Animation

Il bello di avere un gruppo punk è che in quasi 45 anni di vita del genere si è delineato una sorta di canovaccio predefinito nel modo di affrontare  una carriera discografica: qualche prova per decidere il cantante, che di solito è semplicemente l’unico che riesce a suonare e cantare, esordire ad una festa, fare un Ep su 7”, mini tour. Altro Ep, tour estero/fuori stato. Terzo Ep e album. I Nofx, uno dei gruppi più testardi del mondo, non è venuto meno a questo modus operandi: dopo un primo Ep, in cui la band appare come No F-X (1985, Mystic), la cui cosa migliore è sicuramente la splendida copertina, e l’altrettanto grezzo So What If We’re On Mystic! EP (1986, SuperSeven), la premiata ditta Fat Mike/Melvin/Smelly decide di migliorare il proprio sound con un secondo chitarrista, il tragico Dave Casillas, già negli Stalag 13, storici esponenti del Nardcore di Oxnard, in realtà ottimo chitarrista ma perennemente offuscato da alcol e droghe. Arriva il terzo Ep, The PMRC Can Suck On This EP (1987) edito dalla fittizia Wassail records e poi ristampato con una copertina differente pochi anni dopo per la Fat Wreck, si inizia ad intravedere la band che poco tempo dopo darà la luce al primo album Liberal Animation. 

Corre l’anno 1988 e la strada per il successo sembra ancora drasticamente in salita anche se il gruppo sta pian piano maturando e Bret Gurewitz dei Bad Religion si avvicina per la prima volta alla band  curando le registrazioni del disco che costerà in totale 650 dollari. L’album ha molti detrattori tra gli amanti del punk melodico anni ’90 ma è apprezzato dai fan dell’hardcore anni ’80. Il sound è un richiamo alle sonorità di band come RKL, hardcore veloce che sfrutta la batteria micidiale di Smelly (Erik Sandin) per costruire un prodotto tecnicamente valido anche se ancora molto grezzo. La versione vinile è ancora Wassail records, ma verrà ristampato sul più moderno CD da Epitaph che ne acquisterà i diritti per 50000 dollari nel nel 1991. La Epitaph aveva già chiesto di far uscire la prima tiratura ma Mike già ai tempi dimostrava la capacità imprenditoriale che lo avrebbe contraddistinto in futuro e voleva che i Nofx partissero con una propria etichetta. Vinile costato poco, stampato in 2000 copie di cui 1200 vendute nei primi tour i cui diritti sono stati poi ceduti per 50000 dollari: ottimo esempio di investimento DIY ben riuscito!

1989 -1994 una lenta ascesa, primi anni Epitaph e Punk in Drublic

La band nel frattempo parte per l’Europa, gli Adolescents hanno annullato il tour e al promoter serve un qualunque gruppo americano per girare con i tedeschi Drowning Roses (esiste uno split piuttosto superfluo) e limitare le perdite. Qui c’è da fare un piccolo appunto, forse essenziale per capire il perché dopo tanti anni e tanti dischi i Nofx abbiano una fanbase così appassionata e fedele: non sono una band “from zero to hero”, sono 4 ragazzi che sono partiti per l’Europa con una manciata di vinili e qualche spicciolo in tasca (Erik spenderà letteralmente i suoi unici 5 dollari per una sola birra appena sceso ad Amsterdam) hanno fatto un tour tragico, bevendo, suonando male (lo stesso promoter gli dirà “vi avevo visto al Gilman Street ed ho pensato foste bravi, evidentemente ero molto ubriaco”), litigando col pubblico, girando come turisti per l’Italia, assaggiando la pasta, dormendo negli squat e sentendosi in imbarazzo perché le reazioni ad ogni concerto virano dal tiepido allo schifato.  A fine tour Fat Mike, ai tempi il meno sballato e più serio della band, è stanco e frustrato ed indeciso se cercare di diventare roadie degli Operation Ivy o andare al college, ma qualcosa gli farà cambiare idea: è uscito Suffer dei Bad Religion. Mezz’ora scarsa di punk rock melodico che fa decidere a Mike di buttarsi sulla scrittura di quello che lui considera il primo vero album dei Nofx: S&M Airlines, sempre a cura di Brett e con Greg dei Bad Religion a fare i cori. E’ il 1989 e la band entra a far parte della Epitaph. Nel frattempo Dave Casillas è stato licenziato e rimpiazzato con il chitarrista solista Steve Kidwiler, appassionato di glam e rock classico, che risulterà fondamentale per dare al sound quel tocco più professionale, indispensabile per allargare la schiera dei fan. Nonostante l’ottima composizione, S&M Airlines risente ancora molto dell’incapacità di Mike di cantare in maniera melodica. Il disco ha un buon riscontro, viene girato anche un video dall’allora sconosciuto regista Gore Verbinski,  e per la prima volta la band sente di aver salito qualche scalino, non che dopo il tour europeo ne potessero scendere ancora, ma come sempre nella carriera dei Nofx c’è qualcosa che non va’ e i problemi sono dietro l’angolo.


Smelly è un tossico conclamato, la sua dipendenza non gli farà mai perdere un concerto ma metterà la band a dura prova: lui e il roadie “DJ” verranno soprannominati The Moron Bros, titolo anche di uno dei brani migliori della band. I fatti relativi alla dipendenza di Smelly, che continuerà a tormentarlo fino al 1992, sono descritti benissimo nel libro NOFX: The Hepatitis Bathtub and Other Stories, assolutamente imperdibile non solo per i fan.

Il gruppo è in ascesa ed entra in studio per incidere il terzo album, Ribbed (1991, Epitaph), il primo ad essere ancora oggi nella top 5 dei fan. L’album viene registrato sempre con Brett, che costringe Mike a giocare, anzi, a perdere a scacchi durante le registrazioni per allentare la tensione dovuta al fatto che, ancora una volta il buon Fatty non riesce ad essere intonato. Per ovviare a ciò, Brett inserirà delle costanti armonizzazioni vocali, cosa che però a Mike non andrà giù. Quella di inserire armonizzazioni  per quasi tutta la durata dei brani era una caratteristica dei Bad Religion e Mike non vuole copiarli in modo tanto smaccato. I due si scontreranno, Brett arriverà a lasciare lo studio furibondo ma il lavorò verrà portato a termine ed i due ne usciranno comunque amici. Ribbed venderà 16000 copie il primo anno, un bel passo avanti rispetto alle 2500 di S&M Airlines. 

La band era in crescita, adesso durante i tour europei suonava davanti a 3000 fan in adorazione anziché davanti a qualche centinaio di squatter incazzati o di gruppi di femministe che gli staccano l’amplificazione durante canzoni come “On The Rag” e potevano tornare a casa con 1000 o 2000 dollari in tasca. Steve però non è soddisfatto, i guadagni che per il resto del gruppo erano buoni (ricordiamo che dal primo tour europeo erano tornati essenzialmente in perdita) per lui non erano sufficienti: per seguire gli altri in Europa aveva dovuto lasciare il proprio lavoro. Mentre per Mike, Smelly e Melvin i Nofx erano una famiglia ed il sogno di tre ragazzini che si realizzava per Steve la vita in tour, le settimane senza doccia e le dormite in furgone e soprattutto il bullismo dei Moron Bros erano troppo: così la band era per la terza volta senza chitarrista. 

L’amico della band Mark Curry (uno dei brani più fortunati della band, Perfect Government, è in realtà una sua cover) presenta agli altri un giovane virtuoso della chitarra, il paffuto Aaron Abeyta, di origine messicana. Aaron studiava musica, sapeva cantare, suonare la tromba ed era un formidabile imitatore. C’era un solo problema: Aaron (da tutti conosciuto come Hefe, il capo, in quanto unico membro della band ad avere nozioni di musica) era anche un musicista di Curry che era stato messo sotto contratto da Mtv. Dopo pochi mesi di tour con entrambe le formazioni Hefe si trovò nella difficile posizione di dover scegliere con chi suonare definitivamente. Qui il ragazzo dimostrò una perspicacia ed una lungimiranza che il suo predecessore Steve non aveva avuto. Con Mark Curry le tournée erano comode e lussuose, si mangiava bene e si veniva pagati, con i Nofx si dormiva negli squat, a casa di gente strana o nei locali, si mangiava male e si doveva sopportare il bullismo dei Moron Brothers. Però Aaron sapeva che con Mark Curry la situazione per quanto era idilliaca era appesa ad un filo, con i Nofx la torta era divisa equamente per quattro e lui era ormai un membro fondamentale, mentre per quelli di MTv era un chitarrista qualsiasi che poteva essere rimpiazzato. Decise di restare, il suo carattere allegro e la battuta pronta gli evitarono il trattamento che i Moron Bros avevano riservato ai precedenti chitarristi e le sue imitazioni e battute iniziarono ad avere spazio negli show della band. Gli scambi di battute tra lui e Mike e le prese in giro nei confronti del buon Melvin divennero storiche e ad oggi sono parte integrante di ogni concerto. 

Mike capisce che la band ora è al completo, fa due calcoli e realizza che ora i ragazzi possono vivere di musica, ci sono voluti 8 anni di sacrifici e perseveranza ma il traguardo è quanto mai a portata di  mano. Girando per l’America e l’Europa Mike scopre tante band che hanno tramutato i suoni violenti dell’hardcore e del metal in qualcosa di nuovo e melodico. Gruppi come Lagwagon, Propagandhi e No Use For A Name sono agli esordi e decide così di fondare la Fat Wreck Chords insieme alla moglie Erin per metterli sotto contratto ed aiutarli ad incidere, dando vita ad una delle più importanti etichette indipendenti del punk americano. I Nofx sono però sotto contratto con Epitaph e non possono incidere un album da indipendenti. Mike sa che serve un prodotto a nome Nofx per lanciare l’etichetta e spingere gli altri gruppi, inoltre Hefe ha portato nel gruppo la possibilità di inserire parti di tromba e una voce melodica. Per questo Mike si impegna a scrivere canzoni reggae e ska in stile Operation Ivy come la storica Kill Al the White man e decide di far uscire un maxi EP intitolato The Longest Line (1992, Fat Wreck Chords): da qui la storia si compie. Il Sound è strutturato, le canzoni veloci e melodiche alternano hardcore e pop punk. I ragazzi sanno bene che il successo dei Nirvana ha portato un’attenzione notevole nei confronti della musica punk e creare un prodotto “vendibile” è indispensabile per cavalcare il boom del genere. Per questa ragione Hefe passerà ore in studio per aiutare Mike ad essere intonato e, grazie al suo lavoro e agli innumerevoli taglia e cuci apportati in post produzione, Mike esce fuori intonato! 

La band è pronta a tornare in studio per la Epitaph, entusiasta del nuovo sound dei Nofx e di Hefe che adesso canta anche qualche pezzo, ma c’è un vecchio problema che torna a bussare alla porta: la dipendenza di Smelly. Adesso i ragazzi tornano dai tour con diecimila dollari a testa in tasca e questo non è un bene per le abitudini di un tossico conclamato. Per la prima volta il gruppo ha qualcosa da perdere, e durante la registrazione di White Trash, Two Heebs and a Bean a Smelly viene dato un ultimatum: “o i Nofx o la droga, c’è già Bomber degli RKL pronto a sostituirti”. Il ragazzo dimostra una forza d’animo insperata, la band è tutta la sua vita e non può rinunciarvi, finita la registrazione del disco entra in clinica, ne uscirà tempo dopo ripulito, e dal 1992 non toccherà mai più droga e alcol per il resto della vita.
White Trash, Two Heebs and a Bean (1992, Epitaph) è un successo di vendite, la band è ispiratissima, da lì escono classici come Bob che ancora oggi il gruppo suona ai concerti, si riparte per due anni di tour e concerti alla fine dei quali succede qualcosa di inaspettato: il punk è esploso.

I Green day hanno pubblicato “Dookie”, Smash degli “Offspring” è il disco indipendente più venduto di sempre, Kurt Cobain ci lascia il 5 Aprile 94, lasciando un vuoto incolmabile e forse, il desiderio di qualcosa altrettanto rabbioso dal punto di vista del sound ma meno disperato nei contenuti. Canzoni che parlano di masturbazione, spinelli, surf e rabbia giovanile scalano le classifiche.
Fat Mike dirà a proposito di Punk in Drublic (1994, Epitaph) che aver inserito in quel momento la parola punk nel titolo del disco e l’essere nei negozi posizionati nella casella N di Nirvana ha contribuito notevolmente le buone vendite.
Con un batterista ripulito e reduci da anni di gavetta i Nofx confezionano il proprio capolavoro e maggior successo di vendite (supera il mezzo milione di copie negli USA) , Mike non sarà mai così ispirato nelle liriche e nelle melodia, basterebbe Linoleum (nemmeno scelta come singolo) per far farli entrare nella storia. Punk rock allo stato puro, brani veloci che spaziano dall’hardcore di Lory Meyers all’Oi scanzonato di The Brews, intermezzi acid jazz (My Heart Is Yearning) a brani acustici come Scavenger Type, tutto dall’inizio alle ghost track è storia. Addirittura il brano scartato, Drugs are good (reperibile come b side del singolo Leave it Alone) è una canzone che avrebbe fatto il successo di qualunque altra band.


Siamo ad un bivio: arrivano i corteggiamenti di Mtv e delle Major ma incredibilmente le offerte vengono respinte. Ancora una volta Mike, sempre più deus ex machina del gruppo, convince gli altri che restare indipendenti è la scelta migliore. Conscio che per ogni Green Day c’è un Jawbreaker o un Samiam, ovvero gruppi di incredibile talento distrutti dal mainstream. Persino Bad Religion avrebbero firmato con Atlantic per tornare anni dopo sui propri passi. Mike sa bene che gruppi come Offspring sapevano sfornare hit radiofoniche mentre Linoleum, la canzone più famosa dei Nofx, non ha nemmeno un ritornello. Firmare avrebbe voluto dire passare da 6000/10000 fan ai concerti a riempire per qualche anno gli stadi, però era anche conscio che per loro non sarebbe durata e trovarsi poi davanti a 3000 spettatori sarebbe potuto essere deprimente. Il gruppo decise così di restare indipendente e sfruttare gli incontri con i vari manager giusto per scroccare qualche cena. Avrebbero avuto ragione e solo i Green Day, band con una maggiore capacità di reinventare il proprio sound rispetto ai Nofx, sarebbe uscita indenne dalla fine del punk rock anni 90, pubblicando American Idiot nel 2004 ed assicurandosi altri vent’anni di rendita e nuovi fan tra i giovanissimi.



Gli anni del “faccio quello che mi pare”: un sunto della follia discografica dei Nofx

Il vaso di pandora è aperto e ai Nofx non resterebbe altro che fare buoni album e vivere di rendita ma sono ancora sotto contratto con Epitaph e c’è la Fat Wreck Chords da portare avanti. Mike decide così di far uscire EP e dischi live per la propria etichetta, sembrerà assurdo per un gruppo così longevo e produttivo ma tra questo materiale per appassionati troviamo alcuni dei prodotti più geniali della band come il live dall’esilarante titolo I Heard they suck live (1995, Fat Wreck Chords), e uno dei miei dischi preferiti di sempre, L’EP Fuck the Kids (1996, Fat Wreck Chords), un geniale gioco della mente fertile di Mike. “ormai suonavamo abbastanza bene, soprattutto in studio si era perso un po’ lo spirito del punk. Ho deciso così di chiamare gli altri in studio e di spiegargli le canzoni al volo e registrarle in un singolo take”. Il risultato è un Ep che la maggior parte delle band non saprebbe scrivere in tutta la vita. Il vero capolavoro è però del 1999, The Decline vera sinfonia punk, una sola traccia di 18 minuti che racchiude il genio compositivo di Fat Mike, forse l’apice di una carriera che da lì in poi diventerà mero manierismo di classe. Altri come i Green Day tenteranno composizioni simili ma ad oggi il paragone con gli imitatori è impietoso. Ne esiste una versione 2020 con orchestra, solo per completisti. 

Durante i 20 anni successivi Mike proporrà altre idee divertenti che rendono la discografia dei Nofx incompletabile ( i dischi su Fat hanno innumerevoli varianti di colore) ma sempre divertente da approcciare. Surfer del 2001 (replica molto buona di Fuck the kids), lo split con i Rancid assolutamente imperdibile, il perdibilissimo split con gli Spits il 7” of the month club del 2005 (poi replicato nel 2020) che recapitava un singolo al mese a casa degli abbonati, gli EP Never trust an hippy del 2006  Cookie the clown, l’alterego pagliaccio triste di Mike del 2009, un secondo live chiamato They’ve Actually Gotten Worse Live!, il 10” di cover hardcore del 2011, Ribbed in versione live del 2018, un brutto split con Frank Turner (2020) una marea di singoli. Per chi volesse farsi un’idea della varietà di questo materiale consiglio il cd 45 Or 46 Songs That Weren’t Good Enough To Go On Our Other Records, una raccolta di tutto quello che non è sui dischi ufficiali fino al 2002, meno indispensabile,The Longest EP, solo per collezionisti. Da segnalare il Dvd (con annesso inutile disco) di Backstage passport, una serie di disavventure live della band alle prese con  concerti nei paesi più assurdi, molto divertente. 

1996 – 2000 gli anni d’oro di Epitaph

Il secondo album è sempre complesso, vero è che questo Heavy petting Zoo (Eating Lamb per chi ha il vinile) del 1996 è tecnicamente il sesto disco dei Nofx ma arriva subito dopo il travolgente successo di Punk in Drublic ed è quindi normale che la tensione all’uscita fosse palpabile. A distanza di 25 anni l’album divide ancora i fan: c’è chi lo considera un buco nell’acqua e chi un capolavoro. Fatto sta che  il minuto iniziale di Hobophobic, Bleeding Heart Disease,What’s The Matter With Kids Today?, August 8th e la straziante Drop the world sono canzoni di indiscutibile bellezza che, affiancate all’artwork shoccante (che costò la chiusura di un negozio in Francia) collocano l’album nell’olimpo del punk rock.

Molti fan hanno l’amaro in bocca: Eating Lamb non è piaciuto come sperava la band, c’è chi li da per finiti ed è proprio in questo momento  che la band sfodera un asso nella manica, forse l’ultimo capolavoro assoluto dei Nofx: So Long And Thanks For All The Shoes (1997, Epitaph).

 Una copertina che ricorda quei gelati tre gusti tipici dei nostri tempi, il titolo che richiama la saga di Guida galattica per autostoppisti, racchiudono mezz’ora di punk e ska lanciati a 200km/h. Qualcosa di molto diverso da quanto proposto dai Rancid, più stradaioli e convenzionali nel loro ottimo mix di stampo Clash, i Nofx portano tutto all’estremo ed il risultato questa volta mette tutti d’accordo: imprescindibile.

Il millennio è finito e i Nofx pubblicano nel 2000 il loro ultimo album su Epitaph, Pump Up the Valuum chiudendo in modo ottimo l’avventura con la label di Brett e mettendo il punto esclamativo su questa epopea dei 90’s. L’album è un gradino sotto i precedenti perché comincia a patire i cliché della band stessa (And Now For Something Completely Similar) ma non manca di perle come l’inno Dinosaurs Will Die. Il disco si chiude con la divertente Theme From A NOFX Album, che ancora oggi spesso conclude i concerti dei californiani.

2000 – 2010, la politica e i cliché

La band è ora libera da vincoli contrattuali con Epitaph e può pubblicare i dischi con la propria label, molti chiudono a questo punto la propria esperienza da fan dei Nofx, archiviandola nel cassetto delle passioni adolescenziali, ma i 4 hanno ancora molto da dare e abbiamo ancora 20 anni di Nofx davanti.

Fat Mike, dopo anni di cazzeggio, decide che è il momento di maturare una coscienza politica. Se i suoi idoli degli anni 80 erano essenzialmente nati come risposta alla presidenza di Ronald Reagan adesso c’era da combattere quello che forse è stato uno dei 5 peggiori presidenti della storia USA: George W. Bush figlio. The War on Errorism (2003, Fat Wreck Chords) è figlio della campagna di Mike e di molti altri artisti per portare i giovani punk al voto contro Bush. Ovviamente le critiche dall’ala più anarchica del punk non sono mancate e per la prima volta la band, dopo anni senza rilasciare interviste, torna ad esprimersi su riviste fino ad arrivare ad una storica e sfortunata apparizione al Conan Show dove il buon Melvin attacca l’intro della geniale pop song Franco Un-American al doppio della velocità, rendendo quasi impossibile per Mike far capire il testo nelle strofe e rendendo l’apparizione del gruppo in TV, con tanto di magliette anti Bush, essenzialmente un mezzo disastro. Oltre alla politica, Mike parla di un’altra cosa sconosciuta per molti adolescenti del 2003: il collezionismo di dischi e la musica hardcore anni 80. Grazie a canzoni come We got two jealus again e 13 stitches molti ragazzi si riappassionano a vecchie band e comprendono il valore del formato fisico. Non è un caso che la Fat Wreck abbia sempre avuto ottime vendite dei vinili anche prima del ritorno in auge del formato.

Wolves In Wolves’ Clothing (2006, Fat Wreck Chords) è per chi scrive uno dei migliori album dei Nofx, il manierismo è già forte ma il disco, anche se molto lungo per i loro standard, è un vero compendio di scrittura punk rock. Ancora oggi 60% apre molti concerti e Seeing Double At The Triple Rock non manca mai in scaletta. Sicuramente un ottimo disco per chi ha smesso di sentirli nel 2000 e vuole ripartire con la collezione di dischi.


Coaster (Frisbee in vinileesce nel 2009 edè forse il meno apprezzato tra gli album dei Nofx, risente molto di un periodo non idilliaco a livello personale per Mike, immerso in droghe ed alcol, periodo  che durerà fino al 2017. Un album non indispensabile che non manca comunque di ottimi momenti come l’amara My Orphan Year che parla della morte dei genitori.

2010 – 2020 Cadere e rialzarsi

Dal 2010 in poi il punk rock vive un ottimo momento di revival, nuove band si affacciano alla scena ed i vecchi gruppi tornano ad essere protagonisti dei festival. Nonostante la marea di materiale inutile sparso qui e là i Nofx sanno che quando si esce con un disco non si deve sbagliare. Self / Entitled del 2012 è un disco fin troppo “Nofx” ma è molto apprezzato dai fan e scorre tutto velocissimo come ai vecchi tempi, 72 Hookers resta uno dei miei brani preferiti della discografia e insieme a I Believe In Goddess viene proposta spesso in scaletta.


Ci si può innovare a più di 50 anni e fare un ottimo disco che possa essere ascoltato anche dai neofiti? Ne è la prova First Ditch Effort (2016, Fat Wreck Chords) con distorsioni meno marcate rispetto al passato, le tastiere protagoniste e testi che usano divertenti giochi di parole per descrivere una realtà amara, la passione per sadomaso e travestitismo e una preoccupazione di fondo per il futuro delle nuove generazioni.  Mike non è più un ragazzino californiano ma una rock star immersa nella vita di Hollywood e tra progetti non convenzionalmente punk come un musical e il disco solita di Cockie the Clown riesce a tirare fuori questo album di ottima fattura e contemporaneamente a  disintossicarsi parzialmente dalle droghe e scrivere con il supporto di Jeff Alulis il già citato libro.

Il 2020 è un anno di progetti secondari che sembrano essenzialmente dei riempitivi in attesa che si possa suonare dal vivo e far uscire il nuovo album con un tour di supporto. Se volete quindi iniziare o ri-iniziare ad ascoltare la band vi consiglio di procurarvi il libro The Hepatitis Bathtub and Other Stories (in italiano “Una Vasca Per Cesso e Altre Storie” edito da Tsunami) e la seguente discografia essenziale (affianco il formato consigliato):

  • Punk in Drublic cd
  • The Longest line vinile
  • Ribbed cd/vinile
  • So Long And Thanks For All The Shoes cd
  • White Trash, Two Heebs And A Bean cd/vinile
  • Fuck the Kids EP 7”
  • Heavy petting Zoo cd
  • The Decline vinile
  • Wolves In Wolves’ Clothing vinile
  • 45 Or 46 Songs That Weren’t Good Enough To Go On Our Other Records CD
  • First Ditch Effort vinile

Alberto Canale è co-proprietario con sua moglie del negozio di dischi Flamingo Records Store, specializzato in punk. Ha una label con cui produce band di genere, locali e non. www.flamingorecords.it

Redazione

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