Soundgarden: I Dischi Da Avere

Non conosci i Soundgarden? Vorresti iniziare ad ascoltare ma non sai da dove partire? Hai sentito “Black Hole Sun” ma non hai idea di che musica facciano? Vuoi sapere quale è il disco migliore dei Soundgarden? Sei nel posto giusto.

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Introduzione

Matt Cameron, Ben Shepherd, Chris Cornell, Kim Thayil

Soundgarden prendono il nome da una scultura “sonora” di Seattle, luogo di origine della band. Si formano nel 1984 da un’idea di Chris Cornell (voce e ai primi tempi anche batteria) e Hiro Yamamoto (basso). Poco tempo dopo troveranno il chitarrista Kim Thayil. Come batterista verrà reclutato prima Scott Sundquist poi Matt Cameron, proveniente dagli Skin Yard. Hiro Yamamoto se ne andrà nel 1989, sostiuito prima da Jason Everman (ex Nirvana) e poi da Ben Shepherd (che per un pelo rischiò di entrare nei Nirvana proprio per sostituire Everman). Sono considerati tra i gruppi principali del grunge, sicuramente quelli che hanno contribuito a crearne il sound grazie all’amalgama fra riff hard rock, nervosismi post punk e attitudine punk.

I dischi da avere

Essendo un gruppo che ha avuto un’evoluzione costante è praticamente impossibile stabilire un disco migliore di un altro. La scelta può variare a seconda di quando e come vengono scoperti. Ti consiglio quindi un disco che racchiude tutto il meglio da loro proposto senza però essere una raccolta: “Superunknown“. L’album è uscito nel 1994 quando il grunge era nel massimo momento di esposizione mediatica (era morto Kurt Cobain da poco) e contiene il singolo “Black Hole Sun”, una delle canzoni più trasmesse dalle radio rock e non solo. Non fatevi traviare dalla morbidezza del brano: il disco picchia duro ed è molto variegato. Come molti dischi grunge dell’epoca ha un mood depresso (“Like Suicide”, “Limo Wreck”, “The Day I Tried To Live”, “4th Of July”) ma sa anche rockeggiare (“Spoonman”, “Kickstand”, “Let Me Drown”, “My Wave”, “Superunknown”). In più di 74 minuti non troverete un brano brutto.

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Se ami il metal alternativo i Soundgarden di “Badmotorfinger” (1991) dovrebbero essere la tua prima scelta. L’album è massiccio dall’inizio alla fine, non contiene ballad nè psichedelia. Da “Rusty Cage” a “New Damage” avrai a che fare con canzoni stellari, riff storti da imparare a memoria, assoli schizzati e una voce in stato di grazia. Se sono stati definiti un mix fra Black Sabbath e Led Zeppelin ascoltando “Badmotorfinger” capirai il perchè.

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Altri dischi consigliati

Se hai amato “Superunknown” e “Badmotorfinger” hai due strade: andare avanti o andare indietro. Se decidi di andare avanti la scelta ricade inevitabilmente su “Down On The Upside” (1996), disco che continua il discorso di “Superunknown” fatto di ballad grunge (“Zero Chance”, “Blow Up The Outside World”, “Boot Camp”) e rock duro (“Pretty Noose”, “Rhinosaur”, “Never The Machine Forever”). Ma a funzionare sulla lunga distanza sono i brani “a metà” come “Burden In My Hand”, “Dusty”, “No Attention”, “Switch Opens”. “Down On The Upside” è un disco che ai tempi fu molto criticato e segnò la fine della band ma come il vino buono più passano gli anni più migliora.

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Louder Than Love” (1989) è il debutto dei Soundgarden su major ed è uno dei primi dischi “alternative metal” usciti. La produzione un po’ datata potrà farti storcere il naso ma testimonia un periodo in cui le band heavy cercavano di smarcarsi dal sound “glam” in voga all’epoca con proposte più originali e meno tamarre. Superato l’ostacolo dei suoni troverai un disco in grado di farti urlare e di fare air guitar in camera o in macchina.

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Dischi per completisti e appassionati

Secondo me la discografia dei Soundgarden va completata a prescindere ma c’è una manciata di dischi che vengono mediamente comprati per ultimi, abbastanza a ragione.
Ultramega Ok” (1988) è l’esordio discografico sulla lunga distanza (precedentemente uscirono due EP “Screaming Life” e “Fopp“) e fu pubblicato dall’etichetta dei Black Flag SST. E’ probabilmente il disco più “grunge” nell’idea “pre boom”. Ha quindi il suono di Skin Yard e Green River : oscuro, lento (il doom è una influenza presente in tutta la loro produzione: ascolta questa playlist per farti un’idea) e stravagante (le strane parentesi “665” e “667”, il finale con “One Minute Silence”). Ma all’interno sono contenute alcune delle loro migliori canzoni. Una su tutte: “Beyond The Wheel“.

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Inevitabile citare per ultimo “King Animal” (2012), uscito per la reunion. L’album non è male in sè ma non è neanche un capolavoro. C’è da dire che in tempi di vacche magre ce lo facciamo andare più che bene e una manciata di buone canzoni ci sono (“Bones Of Birds” e “Taree“). Se lo trovi in offerta o tra gli usati non fartelo scappare.

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Fra le numerose raccolte il consiglio è di buttarsi su “Echo Of Miles” (2014) che antologizza i brani rari contenuti nelle b-side e in compilation. Come avviene con i Pearl Jam anche i Soundgarden hanno nascosto alcune delle loro migliori canzoni nei retri dei numerosi singoli. Non snobbarla e procuratela senza riserve.

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Redazione

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