Nirvana: I Dischi Da Avere
La discografia dei Nirvana non è molto vasta ma è sicuramente molto variegata. Hai ascoltato delle canzoni dall’Unplugged in New York ma temi che il resto della discografia sia troppo heavy per i tuoi gusti? Hai comprato una loro maglietta da H&M e hai scoperto che non è una marca di abbigliamento ma una rock band degli anni 90? Quale è il loro disco migliore? Meglio una raccolta di singoli o Nevermind? Sei nel posto giusto per toglierti ogni dubbio.
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Introduzione
Nirvana erano un trio composto da Kurt Cobain, voce e chitarra, Krist Novoselic, basso, e Chad Channing alla batteria poi sostituito da Dave Grohl. Si proprio il frontman dei Foo Fighters. I loro esordi erano piuttosto grezzi ispirati da band underground come Melvins, Wipers, Black Flag, Scratch Acid e Big Black ma in nuce si poteva ascoltare la caratteristica melodicità che tanto piaceva a Kurt ispirata da Beatles e Pixies.
I dischi da avere
Il disco da possedere senza riserve è senza dubbio “Nevermind“, uscito nel 1991. E’ il disco simbolo degli anni 90 a partire dall’iconica copertina con il bambino nudo in piscina che cerca di agguantare il dollaro, sorta di metafora dei gruppi underground che stavano iniziando a vendersi alle major, ovvero alle etichette miliardarie come Sony, Columbia, Emi. I Nirvana firmarono per Geffen che era sia l’etichetta degli odiati Guns’n’Roses sia degli amati Sonic Youth, che li convinsero di accassarsi presso la label. Il disco è prodotto da Butch Vig che in passato aveva lavorato con numerosi gruppi noise rock e che in futuro avrebbe fondato i Garbage. “Nevermind” è il secondo disco dei Nirvana e si apre con la leggendaria “Smells Like Teen Spirit”, probabilmente la canzone più suonata nelle radio per tutti gli anni 90. Nel disco troviamo anche “Something In The Way” recentemente usata nella colonna sonora di The Batman con Robert Pattinson. La particolarità del disco è quella di suonare sia potente che melodico usando le tipiche dinamiche strofa tranquilla e ritornello esplosivo tipico dei Pixies e che sarebbe diventato il tratto distintivo del suono “grunge”. All’interno ogni canzone è letteralmente iconica tanto da rendere inutile comprare un greatest hits della band: è già Nevermind.
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La seconda scelta sostituisce anch’essa una raccolta. Sto parlando del famosissimo “Mtv Unplugged in New York” registrato qualche mese prima del suicidio di Kurt Cobain e pubblicato inevitabilmente sulla scia del fattaccio. Ma non è assolutamente un’operazione commerciale, anzi. L’Unplugged è un testamento musicale e uno dei live più belli della storia della musica. La serie Unplugged era molto popolare negli anni 90 e vedeva gli artisti invitati da Mtv esibirsi in versione acustica. Contiene non solo i brani dei Nirvana (avendo pure l’ottimo gusto di non trasformare i brani più elettrici e rabbiosi in acustici) ma anche una manciata di ottime cover: “Jesus Doesn’t Want Me For A Sunbeam” dei Vaselines, “The Man Who Sold The World” di David Bowie, “Plateau”, “Oh Me” e “Lake Of Fire” dei Meat Puppets e “Where Did You Sleep Last Night” di Leadbelly. Singolo trascinatore dell’operazione la splendida “About A Girl” in origine su “Bleach”.
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Altri dischi consigliati
I puristi del “grunge” vi diranno però che il miglior disco del trio è l’esordio “Bleach” uscito nel 1989 per l’etichetta indipendente Sub Pop. Se non vi spaventano suoni grezzi, riff di chitarra corposi e batteria un po’ trasandata troverete delle gemme non da poco. “School”, “Negative Creep”, “Blew” sono dei piccoli capolavori di hard rock mescolato al punk mentre brani più heavy come “Floyd The Barber”, “Paper Cuts”, “Scoff” in qualche modo anticipano la stagione sludge. Nel disco è accreditato anche il chitarrista Jason Everman ma non suonò neanche una nota: si limitò a prestare i soldi per la registrazione del disco.
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Se vi è piaciuto “Bleach” allora non potete perdervi anche “In Utero”: è il terzo disco ma musicalmente si piazza a metà tra “Bleach” e “Nevermind” segnando un ritorno della band a sonorità pesanti e rumorose. Molto vicino come intenzione a dischi noise rock che uscivano in quel periodo e infatti è prodotto da Steve Albini guru del genere e mente dietro a band come Big Black, Rapemen e Shellac. Il suono di batteria di questo disco è passato alla storia fra i più belli e personali di sempre e verrà preso da esempio in centinaia di produzioni, sia underground che mainstream.
Dischi per completisti e appassionati
Non ne avete ancora abbastanza? Vi viene in soccorso una raccolta ma non un banale Greatest Hits (esiste e si chiama Nirvana ma è decisamente parziale): si intitola “Incesticide” e racchiude brani inediti, cover e bside. Musicalmente è molto grezzo ma contiene autentiche perle come “Sliver”, “Dive”, Aneurysm” e splendide cover dei Vaselines (“Molly’s Lips”, “Son Of A Gun”) e Devo (“Turnaround”).
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Da non trascurare la resa live della band. Oltre l’Unplugged, che però mostra una visione decisamente parziale del suono dal vivo della band, sono consigliabili due dischi dal vivo: “From the Muddy Banks of the Wishkah” con esibizioni prese da varie date sparse in tutto il mondo (tra cui anche dalla data romana del 1991) e “Live At Reading” registrato al popolare festival inglese. Con questi due documenti avrete una vaga idea della potenza di fuoco sprigionata dalla band dal vivo e una visione di insieme della musica suonata dal trio di Seattle!
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Ora potete andare in giro con la maglia dei Nirvana senza timore e con orgoglio!
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